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Assunzioni Asl, mille unità in più in Toscana. Pacini (Cgil): "Ad Arezzo, Siena e Grosseto sono 55. Risorse da distribuire meglio"

Due giorni fa l’assessore regionale Stefania Saccardi ha fatto il punto sulle assunzioni del 2017 all’interno delle Asl toscane, con dati aggiornati al 31 agosto e relativi agli otto mesi precedenti. L’occasione è stata fornita dall’accordo per il...

Due giorni fa l’assessore regionale Stefania Saccardi ha fatto il punto sulle assunzioni del 2017 all’interno delle Asl toscane, con dati aggiornati al 31 agosto e relativi agli otto mesi precedenti. L’occasione è stata fornita dall’accordo per il superamento del precariato e per le stabilizzazioni in sanità.

Al 31 agosto 2017, il personale del comparto sanità è aumentato di 986 unità rispetto al 31 dicembre 2016. Questo il quadro:

- dipendenti a tempo indeterminato: +733

- dipendenti a tempo determinato: -12

- Co.Co.Co.: -19

- incarichi libero professionali: -78

- somministrazione (ex interinali): +376

- Universitari (docenti e personale non docente): -14

Totale: +986

I sindacati regionali A caldo, i rappresentanti della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil avevano commentato:

Si tratta di un primo passo che mette sulla linea di partenza la nostra Regione per stabilizzare le centinaia di infermieri, Operatori Socio-Sanitari, tecnici e amministrativi che da anni attendono questa misura – hanno detto i segretari regionali Riccardo Bartolini, Marco Bucci e Mario Renzi. “Ora la Regione sia sollecita ad attivare le stabilizzazioni appena il Ministero emanerà le ultime indicazioni. Accanto a questo sarà importante tenere alta l’attenzione sulle misure di governo delle assunzioni, rispetto alle quali la misura ragionieristica del Mef che taglia la spesa del personale a prescindere da quanto fatto fino ad adesso e allo stato di salute di ogni bilancio sanitario regionale è del tutto inadeguata e perversa.

I conti della Toscana Sud Est Ma quanti di questi neo assunti sono stati inseriti in provincia di Arezzo? I dati forniti dalla Regione sono complessivi e “non sono poi così facili da leggere”, spiega Bruno Pacini, funzione pubblica della Cgil Arezzo. “Effettivamente ci sono stati degli aumenti del personale, ma il bisogno di assumere per continuare a garantire tutti i servizi c’è ancora. E purtroppo le direttive nazionali dicono di tirare la cinghia”.

Ma, osserva Pacini, “la questione è: in questo momento c’è uniformità di distribuzione dei nuovi assunti? Ecco, io non lo so dire. Una volta avevamo un confronto diretto con la Asl 8, quella di Arezzo. Oggi le cose sono cambiate. Secondo me il personale non è sufficiente. Ma non so quantificare il numero di unità necessarie a colmare il gap”.

Poi Pacini torna ai numeri. “Effettivamente ci sono state assunzioni, non lo nego. Ma per quanto riguarda la Asl Sud Est, che comprende Arezzo, Siena e Grosseto, al 20 ottobre 2017, mi risultano 55 unità in più rispetto all’anno precedente. E sono unità indistinte, non sono riuscito a sapere di queste quante abbiano contratti a tempo indeterminato, quante determinato, quanti Co.co.co”. Il peso della Toscana Sud Est Stando così le cose, benché i lassi temporali presi in considerazione non siano esattamente sovrapponibili (1° gennaio-31 agosto 2017 +986 in Toscana con dati della Regione Toscana; 20 ottobre 2016- 20 ottobre 2017 +55 in Toscana Sud Est con dati Cgil Arezzo), risulta che nell’area vasta Arezzo-Siena-Grosseto ci sia una certa sproporzione di assunti rispetto al resto della Regione, rappresentando il 5,6% del totale. E, prendendo per buoni i dati dell’assessore comunale Lucia Tanti, delle tre province di area vasta, quella messa peggio sarebbe Arezzo:

Se poi viene svolta una valutazione tra numero di abitanti e residenti nelle singole province emerge - attaccava qualche giorno fa l'assessore - che nell’area aretina c’è una unità di personale per ogni 92 abitanti circa, nell’area grossetana un’unità di personale per ogni 76 abitanti circa, nell’area senese un’unità di personale per ogni 53 abitanti circa.

"Serve una verifica delle risorse" “E’ in atto una trasformazione – conclude Pacini – ma adesso occorre fare una verifica per allocare bene le risorse. L’autonomia di scelta può andare bene per un’azienda privata. Non per una che gestisce un servizio pubblico essenziale come quello sanitario”. @MattiaCialini

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