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Assemblea Anci, Chiassai: "Province, il collante di questo Paese. Il Parlamento e il Governo ci ascoltino"

"A partire dal 2015 questi enti, cui è riservata la cura di servizi essenziali, hanno prima subìto una riforma che ne ha reso incerte le attribuzioni e i contorni e dimezzato il personale, poi hanno affrontato un taglio insostenibile, imposto dalla manovra finanziaria, che ne ha reso critici i bilanci"

Il ruolo dell Province che accanto ai Comuni sono il "collante" delle comunità del Paese è stato sottolineato da Silvia Martini Chiassai nel suo discorso che quest'oggi ha pronunciato di fronte alla enorme platea che ha affolato Arezzo Fiere in occasione della 36esima assemblea di Anci. La presidente della Provincia ha pronunciato il suo discorso in apertura della manifestazione e ha parlato della situazione degli enti e delle difficoltà che hanno affrontato in questi anni. 

Il discorso integrale di Chiassai

"E' per me un onore e una profonda emozione dare a tutti voi il benvenuto nella Provincia di Arezzo, una delle 59 Province più antiche d’Italia, istituite dal regio decreto di Rattazzi nel 1859, tra gli enti decorati al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della Medaglia d'oro al valor militare per la propria attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. 

Sottolineo queste note, per ricordare il profondo radicamento delle Province, così come dei Comuni, nella cultura e nella storia del nostro Paese: un Paese che da sempre ha trovato negli enti locali il collante che tiene insieme le comunità, che costruisce percorsi di sviluppo e di crescita civile, che assicura a tutti i cittadini, sia che vivano nelle metropoli che nelle aree più interne, pari diritti e accesso ai servizi essenziali. 

Mi permetto di rivolgermi a Voi anche nella mia veste di Vicepresidente dell’ Unione delle Province d’Italia, che ricopro al fianco del Presidente Michele de Pascale, con l’orgoglio di una giovane donna Sindaco e Presidente di Provincia: purtroppo, una rarità insomma.

Un compito impegnativo, considerate le profonde difficoltà affrontate dalle Province in questi ultimi anni, sia sul piano istituzionale sia a causa della ingiustificabile mancanza di risorse a disposizione per garantire i servizi ai cittadini. 

A partire dal 2015, infatti, questi enti, cui è riservata la cura di servizi essenziali, hanno prima subìto una riforma che ne ha reso incerte le attribuzioni e i contorni e dimezzato il personale, poi hanno affrontato un taglio insostenibile, imposto dalla manovra finanziaria, che ne ha reso critici i bilanci. 

A farne le spese sono stati gli studenti delle scuole superiori, i 2 milioni e mezzo di ragazzi e ragazze che ogni giorno crescono e si formano negli oltre 7.400 edifici in gestione alle Province, e i milioni di cittadini che oggi giorno usano 130 mila chilometri di strade provinciali, l’80% della rete viaria nazionale, e gli oltre 30.000 ponti che su queste strade insistono. 

È sui servizi essenziali, infatti, che i tagli hanno avuto le ripercussioni più gravi.  

Lo dimostra il fatto che dal 2013 al 2018, quando i tagli hanno intaccato direttamente la capacità di queste istituzioni di svolgere a pieno il proprio compito, gli investimenti per la manutenzione e la messa in sicurezza del patrimonio delle Province sono crollati del 70%. 

Momenti di crisi che abbiamo affrontato anche grazie alla vicinanza che Lei, Signor Presidente della Repubblica, non ci ha mai fatto mancare. 

In tutti questi anni, Signor Presidente, abbiamo sempre sentito chiaro il Suo sostegno e l’incoraggiamento a proseguire, nei tanti incontri che ci ha riservato soprattutto nei momenti più difficili, nei quali ha sempre voluto ribadire la piena consapevolezza dell’importanza di presidiare adeguatamente funzioni talmente rilevanti per la vita dei territori da impattare direttamente su diritti primari delle persone: istruzione, mobilità, sicurezza.

Questo Suo sostegno ci è stato indispensabile e ci auguriamo che possa tradursi, non appena possibile, in un incontro ufficiale con tutti i Presidenti delle Province, per portarle insieme i ringraziamenti delle nostre comunità. 

Oggi è a tutti chiaro che è necessaria una revisione profonda della Legge 56/14 e che lo slogan “tagliare le Province” non produce altro che il drammatico indebolimento dei territori. 

Finalmente riusciamo a vedere alcuni primi segnali che indicano un cambio di atteggiamento di Governo e Parlamento nei confronti delle Province: le risorse per gli investimenti che nella passata finanziaria ci sono state assegnate per intervenire sul patrimonio, sono confermate e assicurate fino al 2034 nella Legge di Bilancio 2020. Certo, sono ancora insufficienti a garantire la messa in opera del piano dei mille cantieri su strade, ponti e scuole superiori che le Province hanno pronto, ma almeno ci consentono di riprendere a programmare investimenti sui territori per i prossimi 15 anni. 

C’è poi il Disegno di Legge di riforma del TUEL e di revisione della legge 56/14 collegato alla Legge di Bilancio, da cui ci aspettiamo prime importanti modifiche sia sul versante della definizione delle funzioni, sia rispetto alla governance e alla semplificazione del quadro amministrativo territoriale. 

Quello che chiediamo è che questo dispositivo, insieme alla Legge di Bilancio, siano l’occasione per fare uscire una volta per tutte le Province da questa lunghissima fase di transizione, riportare stabilità economica e istituzionale e garantire la piena funzionalità degli enti. 

Per questo, anche da qui oggi, nel pieno della discussione per l’approvazione della manovra economica, permettetemi di sollecitare il Parlamento ad ascoltare le richieste che vengono dalle Province e dai Comuni, perché è attraverso le istanze delle istituzioni locali che si risponde concretamente alle domande che vengono dai cittadini, dalla società civile, dalle forze economico sociali. 

Questa Assemblea si intitola “Ascoltare, decidere, migliorare”.  

Mi sento di dire anche a nome dell’Unione delle Province d’Italia a Governo e Parlamento che ascoltando le istituzioni locali, sarà possibile impostare un percorso di sviluppo e di progresso nell’interesse generale del Paese. 

Chiudo questo mio breve saluto ringraziando sinceramente l’ANCI per averci riservato l’onore di ospitare tutti i Sindaci italiani e grazie davvero per il lavoro che questa Associazione, con determinazione, coraggio e professionalità, svolge ogni giorno al fianco di tutti noi.  

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