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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“L’Arte in fuga da Hitler”. Quando le opere diventano testimoni di verità

Il valore della memoria in una partecipata conferenza internazionale

Con il patrocinio di numerosi Enti, tra i quali la Regione Toscana, i Club per l’Unesco di Firenze,Toscana, Arezzo; la Provincia di Arezzo, la Regione Marche, la Regione Toscana, l’Università degli Studi Carlo Bo di Urbino, l’Associazione “I Figli della Shoah”, l’Enit ed anche “Visit Sestino”, il 7 agosto si è svolto a Piobbico nel Castello dei Brancaleoni la conferenza internazionale “L’Arte in fuga da Hitler”.

La furia della censura nazista sfociò con la mostra “Arte degenerata” nel 1937, nella quale furono esposte gran parte delle opere di tutti gli artisti contrari al regime. A portare i saluti alla affollata assemblea il vicepresidente dell'UNPLI Pesaro e Urbino Matteo Martinelli e moderatore il Presidente della Provincia Giuseppe Paolini.

Questo incontro di Piobbico - è emerso - ha rappresentato un momento importante per riflettere non solo sull’arte e gli artisti che sono stati tra i primi a risentire delle persecuzioni nazifasciste, ma anche per portare testimonianza e il ricordo di quei momenti tragici per l’intera umanità, come hanno voluto sostenere con la loro adesione anche la Comunità Ebraica di Ancona e l’Associazione “I Figli della Shoah”.

La prima parte dell’ incontro ha visto come relatore il dottor Marco Renzi, di Sestino, autore di vari volumi sulle stragi nazifasciste del secondo conflitto mondiale in area appenninica, parlando della resistenza nel Montefeltro. Resistenza ma anche una terra dove si nascosero e si salvarono capolavori dell’arte italiana a Carpegna e a Sassocorvaro, sottratti alla ricerca dei tedeschi per impossessarsene e ai pericoli dei bombardamenti, come ricorda da anni il “Premio Rotondi”.

Nella seconda parte si è invece svolta la presentazione in prima mondiale di un’opera pittorica di grande fascino e simbolismo magnetico di un maestro del ‘900, bollato dal regime nazista. E’ intervenuta la scrittrice e studiosa internazionale d’arte Annalisa Di Maria, considerata tra i massimi esperti di Leonardo da Vinci e del Rinascimento neoplatonico e consigliera del direttivo del club UNESCO di Firenze. Essa ha presentato in prima mondiale un’opera pittorica che testimonia l’orrore nazista.

E’ seguito l’intervento del perito calligrafico forense Stefano Fortunati. Le analisi scientifiche e gli studi multispettrali sono stati riportati dal dottor Andrea da Montefeltro, ricercatore e scultore con opere nei maggiori musei internazionali, che ha affrontato anche il grande studio simbolico presente nell’opera. Il dipinto raffigurante il volto del dittatore nazista, costituisce una delle opere più interessanti di rappresentazione critica e sarcastica di Hitler, creato da uno dei più grandi maestri del ‘900. Gli esperti ritengono possa trattarsi di un’opera di tributo dedicata all’artista Paul Klee, perseguitato e censurato dal regime nazista; l’autore dell’opera avrebbe infatti rappresentato nel dipinto Paul Klee nei panni di Hitler, inserendovi tutta una serie di oggetti e contenuti che erano vietati o non tollerati dal Furher, come la pipa, il rossetto rosso e il trucco in viso.

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L’arte ha sempre svolto un avamposto di critica nei diversi periodi storici, rappresentando dunque un campanello d’allarme qualora si manifestino situazioni di crisi sociale. L’esperta d’arte Annalisa Di Maria, alla luce di tutti i risultati ottenuti, è concorde con gli altri esperti che l’opera possa non essere mai stata catalogata e dispersa, frutto di un dono personale compiuto da uno dei più grandi artisti del ‘900 a Paul Klee in seguito ad un loro incontro. L’esperta catalogherebbe il dipinto forse alla mano di Pablo Picasso, perché molti elementi porterebbero a lui.

Dalle parole della Di Maria: “Ovviamente al momento non ci sono certezze che possa essere Pablo Picasso, essendo un’opera difficoltosa nello studio e nell’analisi si è rivelato anche un rifacimento del bordo esterno a causa probabilmente di usura; forse lì, poteva essere presente qualche testimonianza di una firma autografa. L’opera merita di essere conosciuta e studiata ancora e visionata da altri esperti per poterne apprezzare l’importanza; sicuramente rappresenta una delle opere più importanti del ‘900 come critica al nazismo e come testimonianza del dissenso e portatrice di verità di quegli orrori compiuti da uno dei dittatori più sanguinari della storia. Solo un genio e un maestro dell’espressionismo con un profondo senso dell’ironia pungente poteva aver creato un dipinto di questo genere”.

La manifestazione è continuata all’insegna della memoria con la consegna di sculture come premio “La resistenza nell’Arte” all’A.N.PI., alla Comunità Ebraica di Ancona e alla associazione “I Figli della Shoah”, di cui la senatrice Liliana Segre è presidente onoraria, con i saluti portati dalla presidente Daniela Dana Tedeschi e dalla Vicepresidente Susanna Barki. Le opere sono state realizzate dall’artista “Premio della pace nell’arte”, Andrea da Montefeltro: uno scultore che nella prima età artistica ha esposto a Sestino e collaborato a molte attività locali, portando al pubblico le forme e gli spazi della cripta della Pieve di San Pancrazio.

"Riassumendo - ha poi commentato Annalisa Di Maria - l’arte si fa testimone di verità, attraverso alcuni grandi artisti del ‘900. L’arte contro Hitler, contro il suo regime. Una giornata, questa di Piobbico, in cui si è discusso della resistenza vista attraverso gli occhi dell’Arte: la Resistenza vera vive attraverso la memoria”. Un lungo viaggio, dalla Toscana alle Marche, nel quale i confini geografici si danno la mano appunto “per non dimenticare”.

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