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Ad Arezzo la mostra in memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Promossa dall'Arma dei carabinieri e dalla Fondazione Falcone, sarà ospitata dal 5 al 23 ottobre nell'atrio d'onore della Provincia. Uno straordinario strumento di promozione culturale

In occasione del 30esimo anniversario della strage di Capaci, la mostra “Carabinieri a Palermo. In memoria di Falcone e Borsellino”, promossa dall'Arma dei Carabinieri e dalla Fondazione Falcone, presenta un lavoro di ricostruzione di storie di uomini coraggiosi in un alternarsi di foto in bianco e nero, articoli di giornale e documenti giudiziari dell’epoca.

Su iniziativa dell’associazione culturale aretina Sicurart, dal 5 al 23 ottobre la mostra da Palermo approda ad Arezzo, ospitata nell’Atrio d’onore del palazzo della Provincia; l’evento si avvale del patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa, dell’Arma dei Carabinieri, della Regione Toscana, della Provincia di Arezzo, della Fondazione Falcone, della Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace” e della Fondazione Arezzo Intour.

Si tratta di un racconto inedito della lotta alla mafia prima del maxiprocesso: le indagini fatte negli anni Settanta e all’inizio degli anni Ottanta, quando ancora non erano arrivate le rivelazioni del pentito Tommaso Buscetta, furono determinanti per il lavoro che poi svolse il pool antimafia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

A rievocare quegli anni, un racconto del giornalista Salvo Palazzolo (La Repubblica), che ha recuperato immagini, gran parte inedite, conservate nel Museo della memoria della Legione Carabinieri Sicilia e nell’archivio del giornale “L’Ora” di Palermo. Foto simbolo di questa narrazione: Carlo Alberto Dalla Chiesa sorridente che sta donando alcuni palloncini ai bambini per la festa della Befana del 1970.

La mostra, curata da Alessandro De Lisi e realizzata dallo studio “Venti caratteruzzi”, fa rivivere soprattutto le indagini dei Carabinieri uccisi a Palermo: il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il colonnello Giuseppe Russo, il capitano Emanuele Basile, il capitano Mario D’Aleo e il maresciallo Vito Ievolella.

Altra foto simbolo quella del 1969, che ritrae insieme Paolo Borsellino, allora giovane pretore di Monreale e il colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa, comandante della Legione carabinieri Sicilia. In un’altra immagine, Dalla Chiesa è accanto al capitano Giuseppe Russo, il comandante del nucleo Investigativo che nel 1974 scoprì il covo dove vivevano i giovani sposi Totò Riina e Ninetta Bagarella: una foto ritrae l'annuncio delle nozze scritto a mano.

In un’altra immagine di quei giorni c’è il cognato del futuro capo dei capi, Leoluca Bagarella, in manette alla caserma Carini. Ma anche stralci del rapporto in cui l’allora colonnello Dalla Chiesa denunciava alla commissione parlamentare antimafia il ruolo dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino.

“Carabinieri a Palermo. In memoria di Falcone e Borsellino”, non solo una mostra, ma anche un filo della memoria che restituisce l’eco di un periodo drammatico della storia di Palermo e dell’intero Paese; uno strumento di promozione culturale dei valori costituzionali verso le giovani generazioni, affinché possano riconoscere ed apprezzare il lascito valoriale che servitori dello Stato che, a prezzo della vita, hanno creduto nella vittoria definitiva della giustizia. I Carabinieri, che assieme ad altre forze di polizia, magistrati, giornalisti, uomini delle istituzioni e della sana società civile sono stati pionieri e icone della lotta alla criminalità organizzata.

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