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Federica Ettori è la nuova presidente del comitato Arci di Arezzo

“Pronti al dialogo con tutte le istituzioni della provincia. Ad Arezzo è necessario rivedere il regolamento dei Cas ed avere maggiore chiarezza sulle fondazioni sociale e istruzione”

E' Federica Ettori la nuova presidente del comitato Arci di Arezzo.

Ettori è stata nominata dal consiglio direttivo per traghettare l'associazione verso il prossimo congresso che si terrà negli ultimi mesi del 2021. Una scelta, quella del direttivo, che succede alla decisione di Stefano Gasperini di lasciare la presidenza dell'associazione più numerosa per tesserati e circoli di tutta la provincia. “Una decisione sofferta – ha spiegato Gasperini – ma inevitabile. I miei impegni di lavoro, sempre più intensi, non mi permettono di guidare un'associazione così importante con la cura e la dedizione che merita”.

Decine di circoli in tutta la provincia, l'adesione all'Arci della maggior parte dei Cas di Arezzo, migliaia di tesserati, sono il patrimonio dell'associazione che si trova in questo momento a dover rilanciare la propria azione.

Il Dpcm del 25 ottobre scorso, che ha completamente chiuso le attività dei nostri circoli in ogni sua forma, ha generato una ferita profonda nel nostro corpo sociale”, ha sottolineato la presidente Federica Ettori. “Siamo però stati in grado di tutelare i nostri circoli, di fornirgli informazione e consulenza come solo un'associazione strutturata quale la nostra può fare”, aggiunge Ettori.

Arci con le sue basi associative rappresenta un presidio sociale, aggregativo e culturale del territorio. In molte piccole realtà il circolo Arci rappresenta uno dei pochi, a volte l'unico, luogo di socialità. “Ci sarà bisogno nei prossimi mesi di interloquire in maniera vivace con gli enti locali del nostro territorio. In primis, ovviamente il Comune di Arezzo, con il quale ci relazioniamo regolarmente e al quale va dato atto di aver mantenuto fede all'impegno di erogare un piccolo ristoro per i Cas del comune”, sottolinea.

Non possiamo però esimerci dal non citare alcuni aspetti che riguardano la nostra area di interesse e sui quali nutriamo delle perplessità come ad esempio la proposte di privatizzazione delle politiche sociali e delle politiche educative comunali attraverso l'istituzione delle due fondazioni. Crediamo inoltre – conclude Ettori – che sia necessario ridiscutere insieme il Regolamento Centri Aggregazione Sociale, nell’ottica di implementare la partecipazione e le iniziative dei CAS stessi”.

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