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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Riqualifichiamo l'Alpe di Poti e l'ex Fontemura". L'appello delle Acli alle istituzioni

Le Acli rinnovano l’urgenza di prevedere interventi per la sicurezza ambientale della “montagna degli aretini”. Il rave party ha evidenziato la necessità di studiare progetti di rilancio e di valorizzazione dell’area

Un progetto per rilanciare, riqualificare e spazzare via il degrado dall’Alpe di Poti e dalle zone montane limitrofe ad Arezzo. È quanto chiedono le Acli che, all’indomani del rave party organizzato abusivamente all’interno dell’ex sede della Fontemura, intervengono per sollecitare l’avvio di un serio dibattito sulle condizioni dell’area. Come ampiamente noto, quella che viene da tutti definita “la montagna degli aretini”, da tempo immemore versa in una condizione di totale degrado. “L’Alpe di Poti - spiegano dalle Acli - è infatti la più celebre testimonianza del degrado dei territori montani lasciati in una condizione di abbandono perché, da luogo di ritrovo e di villeggiatura, si presenta oggi con case abbandonate, con i ruderi dell’ex albergo e con la carcassa della Fontemura dove fino al fallimento del 2002 veniva prodotta l’omonima acqua”.

Il recente rave party ha rappresentato il pretesto per riaccendere i riflettori sull’ex struttura di imbottigliamento acqua. Un luogo che da anni si presenta come una discarica a cielo aperto tra rifiuti tossici, pancali di legno, solventi, vernici, coperture in eternit, bottiglie di plastica, tappi di metallo e macchinari che sono sottoposti agli agenti atmosferici e che hanno dunque avuto un impatto negativo anche a livello ambientale. Le Acli di Arezzo, dunque, si rivolgono agli enti e alle istituzioni locali per riportare Poti in condizioni di sicurezza ambientale a partire dalla rimozione di rifiuti e di materiali pericolosi, ma anche per prevedere una strategia di interventi e di investimenti a lungo raggio attraverso il coinvolgimento dell’associazionismo locale per rendere nuovamente la montagna come un punto di riferimento per le famiglie aretine capace anche di stimolare l’avvio di attività economiche. "Le Acli - commenta il presidente provinciale Luigi Scatizzi, - sono da sempre attente al presidio, alla cura e alla valorizzazione dei territori attraverso l’attività dei loro circoli. La nostra associazione è dunque particolarmente sensibile anche verso il futuro dell’Alpe di Poti che potrebbe diventare modello ed espressione di sinergie volte al recupero paesaggistico, ambientale, economico e culturale dopo un lungo periodo di abbandono e degrado".

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