rotate-mobile
Attualità Centro Storico / Via Giuseppe Garibaldi

15 giugno 1944. La storia di Sante, Giuseppe e Aroldo, morti per la libertà

Quest'oggi all'interno del carcere di Arezzo, nel 78esimo anniversario della morte, è stato reso omaggio al sacrificio di Sante e Giuseppe Tani e Aroldo Rossi

L’odore di umido balza al naso. Gli occhi in un primo momento vengono ingannati dal candore delle pareti. Poi però sono lo sguardo di Sante, Giuseppe e Aroldo a catturare l'attenzione. Il primo in divisa, il secondo in abito talare e il terzo in giacca e cravatta. I loro volti sono lì, ritratti nei tre ovali apposti sulla sommità della lapide che recita: “In odio alla libertà, qui furono imprigionati, straziati, uccisi Santino Tani, don Giuseppe Tani, Aroldo Rossi. La libertà risorta ne addita la fede e il sacrificio agli italiani”. Avevano 40, 30 e 29 anni e il giorno in cui sono stati uccisi è arrivato dopo due settimane di torture, barbarie e umiliazioni.

Era il 15 giugno 1944 quando i fascisti di Salò trucidarono i tre partigiani: un mese prima che Arezzo venisse liberata. Quella ricordata oggi è una delle pagine più cruente della storia contemporanea locale di cui ricorre il 78esimo anniversario. Sante Tani, suo fratello don Giuseppe e Aroldo Rossi vennero uccisi nel carcere cittadino dopo giorni e giorni di detenzione. La cella dove avvenne il massacro è situata all’interno del carcere cittadino e non solo è uno dei luoghi simbolo della resistenza ma, nel tempo, è stato riconosciuto monumento nazionale. Quest'oggi le associazioni combattentistiche e partigiane dell’Aretino, come ogni anno, hanno voluto rendere omaggio ai tre caduto con una piccola cerimonia all’interno della casa circondariale.

15 giugno 2022 - La cerimonia di commemorazione nel carcere di Arezzo

15 giugno 1944

Nel carcere di Arezzo vennero brutalmente trucidati da componenti della Guardia Nazionale della Repubblica di Salò, Santino Tani, Don Giuseppe Tani e Aroldo Rossi, catturati il precedente 30 maggio nei pressi di Montauto (Anghiari). Poco dopo, in un conflitto a fuoco fuori Porta San Biagio, dietro la chiesa di San Domenico, veniva ucciso il tenente belga Jean Mauritz Justin Meuret, che aveva partecipato al tentativo di liberazione dei tre prigionieri.

Figlio di Angiolo Tani ed Elisa Meacci, Sante Tani fin da giovane fu un aperto oppositore del fascismo. Si laureò in giurisprudenza a Roma e, una volta rientrato ad Arezzo, operò come agitatore e cospiratore in contatto con esponenti di tutti i partiti politici clandestini. Venne arrestato il 4 febbraio 1942, tre giorni dopo la nascita di sua figlia, e rimase in carcere ad Arezzo per più di tre mesi, dopodiché venne condannato a quattro anni di confino in provincia di Benevento. Dopo la caduta del fascismo tornò in città, diventando presidente della locale sezione del Cln  (comitato liberazione nazionale) e prendendo il comando di formazioni partigiane operanti nella campagna. Nuovamente arrestato, fu ucciso in cella dopo diciassette giorni di torture il 15 giugno 1944. A lui è stata conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione: 

"Subito dopo l'armistizio dava vita al movimento di resistenza nella città e nella provincia di Arezzo. Organizzatore ed animatore impareggiabile, presiedeva il Comitato di Liberazione Cittadino e comandava formazioni di partigiani nella campagna dando, in difficili circostanze, bella prova di decisione di coraggio. Caduto in mani nemiche, veniva brutalmente seviziato, gettato in carcere senza soccorso alcuno e, per 17 giorni, barbaramente ripetutamente interrogato. Mantenendo contegno fiero ed esemplare nulla rivelava anche quando gli veniva offerta la libertà a prezzo di delazione. Trucidato nella sua cella, sacrificava la vita agli ideali di Patria e di Libertà".

Una lira per tre vite

La vicenda dell'uccisione dei fratelli Tani e Aroldo Rossi è stata ricostruita con dovizia e meticolosità nelle pagine de "Una lira per tre vite" il libro scritto da Enzo Gradassi e Santino Gallorini. Gli autori hanno potuto accedere a documenti rimasti indisponibili per lungo tempo ricostruendo così gli ultimi giorni di una vicenda orribile quanto, apparentemente, incomprensibile.

Marco Donati e Valentina Sileno alla cerimonia di commemorazione

“Abbiamo sentito il dovere morale di partecipare alla cerimonia di commemorazione di Sante Tani, Giuseppe Tani e Aroldo Rossi che si è svolta nella cella del carcere di Arezzo dove le tre medaglie d’oro vennero trucidate durante il secondo conflitto mondiale il 15 giugno 1944”.

Così i consiglieri comunali Marco Donati e Valentina Sileno raccontano l’esperienza alla casa circondariale, “in memoria del presidente della locale sezione del Comitato di liberazione nazionale e avvocato Sante Tani, di suo fratello Giuseppe, parroco di Casalenovole, e del commerciante Aroldo Rossi. Quegli accadimenti hanno sempre sollecitato interesse storico-culturale, fino al recente approfondimento contenuto nel volume “Una lira per tre vite” a firma di Santino Gallorini e Enzo Gradassi. I tre vennero prima tradotti in carcere, poi sottoposti a stringenti interrogatori e torture, infine, dopo un tentativo di liberazione da parte di un gruppo partigiano, ricondotti in cella. Qui i fascisti aprirono il fuoco con i mitragliatori. Parliamo di uno dei tanti tributi in termini di vite umane pagato dal territorio aretino alla guerra di liberazione. Crediamo sia necessario un impegno quotidiano di tutti che, attraverso la partecipazione e la condivisione, allontani l’indifferenza e consolidi il nostro patrimonio di democrazia e libertà”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

15 giugno 1944. La storia di Sante, Giuseppe e Aroldo, morti per la libertà

ArezzoNotizie è in caricamento