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Anci, Mattarella: "Arezzo oggi come Roma, cuore della politica italiana". Omaggio al sindaco Crestini, morto per salvare i dipendenti

Mattarella ha salutato Arezzo, definendola una novella Roma "visto il numero delle personalità e dei sindaci presenti" e ha ricordato il gesto del sindaco Crestini

Gli applausi per il lungo discorso del presidente della Repubblica Segio Mattarella, la commozione del sindaco Alessandro Ghinelli, la verve del rieletto presidente Anci Andrea Decaro, le standing ovation del pubblico composto da primi cittadini: nell'album dei ricordi di questa prima giornata dell'assemblea Anci, sono queste le immagini che resteranno. 

Dopo la rielezione del presidente dell'associazione, avvenuta questa mattina, nel pomeriggio si è aperta la parte dell'assemblea che ha visto gli interventi più attesi. Il saluto di Ghinelli ha ripercorso la storia di Arezzo, da Guido Monaco a La Pira e Fanfani, senza dimenticare i brillanti anni della “città dell'oro” e quelli più bui nei quali anche la vicenda Banca Etruria ha avuto un peso terribile. Fino alle speranze riposte nella città del futuro. 

"Questa è Arezzo, culla della cultura e città dell'oro nonostante le difficoltà"

Tra gli interventi anche qello del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.

"Oggi abbiamo il compito di essere effettivamente classe dirigente nazionale per dare un futuro migliore a questo Paese. La sussidiarietá - ha detto Enrico Rossi - e il trasferimento alle Regioni di alcune competenze che erano delle Province, ci obbligano ad un più stretto dialogo reciproco, a rifuggire da ogni tentazione di centralismo regionale, ma anche dalle angustie dei localismi. Serve invece un'azione sinergica in grado di unire la capacità di coordinamento propria della Regione alla conoscenza dei territori che è dei sindaci, in un'ottica di programmazione che deve sempre ispirare le nostre scelte".

Il presidente ha ricordato le politiche di tutela della salute dei cittadini e il sistema sanitario, rispetto al quale anche i sindaci devono avere voce in capitolo, oltre alla gestione dei fondi strutturali europei per il cui miglior utilizzo "serve il contributo e la disponibilità dei Comuni", così come per il governo del territorio "ci vogliono buone leggi regionali e un buon rapporto tra Regione e Comuni".

"Occorre mettere in campo - questa la sua conclusione - un regionalismo cooperativo che archivi il federalismo per abbandono finora praticato dallo Stato centrale. Un federalismo cooperativo che corregga gli squilibri e i ritardi che affliggono le aree sottosviluppate, che ci faccia lavorare insieme, che non permetta che si intacchi la coesione che deve esistere tra articolazioni dello Stato e perché non si rompano l'unità nazionale, la coesione, la solidarietà sociale, e si violino i diritti dei cittadini. E l'annunciata legge quadro sulle autonomie può permetterci di definire una nuova e buona cornice istituzionale. Insomma resto convinto che insieme possiamo vincere le grandi sfide, dai cambiamenti climatici, alla trasformazione e alla crisi del nostro sistema produttivo, ai cambiamenti demografici e sociali, che abbiamo di fronte".

Decaro rieletto presidente dell'Anci

Carico di entusiasmo Decaro ha coinvolto la platea raccontando la quotidianità dei sindaci, i paradossi dell'apparato statale, ma anche il coraggio e la voglia di non arrendersi mai di chi indossa il tricolore. Una frecciata al reddito di cittadinanza, il ricordo – commovente – di Emanuele Crestini, il sindaco morto nell'incendio per salvare i dipendenti, il pensiero ai colleghi di Venezia e Matera, messi a dura prova dal maltempo. Applausi, tanti applausi dal popolo dei sindaci sono arrivati per lui. 

Sindaci e amministratori d'Italia ad Arezzo: i volti

La sintesi del primo giorno dell'assemblea Anci

E poi la parola a Mattarella che ha salutato Arezzo, definendola una novella Roma "visto il numero delle personalità e dei sindaci presenti" e anche lui ha ricordato il gesto del sindaco Crestini. E proprio in conclusione ha preso spunto dalla storia di Arezzo per esprimere le sue speranze. 

Nella città che ci ospita, Guido d’Arezzo definì, mille anni or sono, un nuovo linguaggio della musica. Anche noi attraversiamo tempi in cui cambiano, rapidamente, molti paradigmi e si sente il bisogno di nuovi linguaggi, capaci di comunicare insieme significati antichi e moderni.
Taluno dice che anche le democrazie vivono un affanno. I Comuni restano componenti della loro struttura portante. La loro vitalità è  condizione di vitalità dell’insieme. E possono – devono - essere motore di un rinnovato senso civico. La mia speranza è che i Comuni diventino battistrada di una nuova stagione di sviluppo del Paese.

Il discorso integrale del presidente Sergio Mattarella

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