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Amianto via Malpighi. Sunia: "Ai residenti proposto di intervenire a proprie spese"

Una prima relazione, che porta la firma del responsabile dell'ufficio igiene e sanità pubblica dell'allora Asl 8, era stata presentata nel 2013. Poi, in seguito alla tempesta di pioggia e vento dello scorso 13 luglio, residenti e sindacato avevano...

Una prima relazione, che porta la firma del responsabile dell'ufficio igiene e sanità pubblica dell'allora Asl 8, era stata presentata nel 2013. Poi, in seguito alla tempesta di pioggia e vento dello scorso 13 luglio, residenti e sindacato avevano richiesto un nuovo intervento dell'azienda sanitaria. Così ecco che i tecnici della Asl sono tornati in via Malpighi per eseguire un altro controllo sulle coperture di eternit situate nel tetto delle case popolari.

“In quest'ultima circostanza le verifiche sono state soltanto visive – ha sottolineato il segretario del Sunia Fabio Buricchi – nella relazione sono stati attribuiti i punteggi più bassi proprio perché non era sicuro effettuare un controllo più ravvicinato. Ma anche con un punteggio così minimo la Asl ha sottolineato che la copertura dei palazzi di via Malpighi è completamente da rimuovere perché da considerarsi pericolosa”.

E dal tetto alle abitazioni dei singoli inquilini degli appartamenti. 99 in tutto le residenze che compongono il condominio. All'interno di queste abitazioni, così come sottolineato dalla vecchia Asl 8 nella relazione del 2013, trovano spazio dei pannelli isolanti in cartone amianto.

“Già tre anni fa – spiega ancora Fabio Buricchi – i sanitari avevano riportato come “essendo la gestione dell'immobile in oggetto affidata ad Arezzo Casa SpA, è necessario che venga avviato, se non già predisposto, un programma di controllo dei materiali di amianto in sede”. Ad oggi sappiamo che la presenza dei pannelli in cemento amianto riguarda 72 appartamenti su 99. Nessuno di questi è stato oggetto di verifiche o attività di smaltimento da parte dei proprietari e dei gestori dell'immobile. Anzi. Nell'ultimo incontro che ha visto gli inquilini di via Malpighi a confronto con le amministrazioni comunale e regionale, oltre che Usl e Arezzo Casa, è stato proposto che ogni assegnatario provvedesse all'installazione di un pannello in materiale sicuro e provvedere personalmente alla rimozione di quelli in amianto”. La nota Cgil Sunia Le parole volano, l'amianto resta. Cgil e Sunia hanno scritto una lettera al Sindaco di Arezzo e al Presidente di Arezzo Casa chiedendo lumi sul futuro di via Malpighi. Ricordano che dopo la riunione istituzionale del 15 novembre, è chiaro solo chi non interverrà ma nulla è dato sapere su chi rimuoverà l'amianto.

I segretari provinciali di Cgil e Sunia, Alessandro Mugnai e Fabio Buricchi, citano la frase dell'assessore regionale Ceccarelli: “il problema sorto ad Arezzo riguarda il proprietario dell'immobile, ovvero il Comune, i privati proprietari di 6 appartamenti e il gestore Arezzo Casa. La Regione, per quanto attiene alle sue competenze, non si occupa di manutenzione degli immobili, pur mettendo annualmente a disposizione dei soggetti gestori risorse da destinare ad interventi di ripristino, cosa che è accaduta anche quest'anno per Arezzo”.

E aggiungono: "se la Regione si chiama fuori, allora chiediamo a Ghinelli e Dindalini cosa intendono fare, visto che l'amianto non si smaltisce da solo e che adesso scopriamo che non è solo nel tetto ma anche nei muri interni delle abitazioni". Nelle relazioni Usl si parla della segnalazione di presenze di pannelli isolanti in "cartone amianto" dei quali, però, non esistono schede tecniche. "Vorremmo quindi sapere se qualcuno, a cominciare da Arezzo Casa, sa dove siano questi pannelli, tenendo conto che la stessa Usl precisa che "il rischio contenuto dal cartone amianto è da ritenersi alto anche per contenuti percentuali limitati di amianto".

Cgil e Sunia chiedono quindi a Comune di Arezzo e ad Arezzo Casa impegni precisi in merito alla rimozione dell’amianto, dovunque esso sia collocato. “Noi e le famiglie che vivono in via Malpighi vorremo che questa operazione venisse avviata e portata a termine nel più breve tempo possibile. I tre anni indicati dalla Usl rappresentano, a nostro parere, un tempo molto lungo e, comunque, massimo che non può essere interpretato come il tempo da far trascorrere prima dell’intervento”.

Mugnai e Buricchi precisano infine il ruolo della Regione: “prendiamo atto della divisione delle competenze ma ci domandiamo, comunque, se i 100 milioni annunciati siano realmente e immediatamente spendibili. E vorremmo avere una conferma ufficiale in proposito. Inoltre ci domandiamo quale sia l’impatto reale di questa cifra sul patrimonio di edilizia popolare in Toscana. Abbiamo immobili che sono frutto delle strategie amministrative degli anni settanta e ottanta, spesso realizzati con forti economie che hanno lasciato spazio non solo all’amianto ma anche a strutture murarie e impiantistiche sempre più deteriorate. E questo anche in considerazione degli insufficienti interventi di manutenzione”.

La preoccupazione di Cgil e Sunia è che la rigida divisione delle competenze e la carenza di risorse finanziarie conducano inevitabilmente le case popolari verso il degrado irreversibile.

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