Acque depurate e pulite, due sforamenti denunciati in anno. Arpat presenta il report dell'Aretino

"Tutti gli impianti di depurazione rispettano la normativa e garantiscono la qualità dei reflui scaricati nelle acque superficiali". A dirlo sono i tecnici di Arpat Arezzo che, proprio in questi giorni, hanno presentato un’accurata relazione riguardante i 25 siti presenti nell’Aretino. 37 i controlli effettuati in tutto il 2020 dagli ispettori che, fatta eccezione per due casi, hanno constatato situazioni più che nella norma. “Sono stati eseguiti oltre trenta campionamenti del refluo in uscita su tutti i depuratori - spiegano da Arpat - in due casi i test hanno dato esito non conforme Entrambi riguardano il depuratore di Ponte a Chiani dove è stato accertato il superamento dei parametri rame e zinco. Sostanze che potrebbero essere ascrivibili alla presenza di reflui anomali derivanti da aree industriali caratterizzate da concentrazioni elevate di metalli e altre sostanze tipiche delle lavorazioni orafe”.

Le anomalie sopracitate sono state portate all’attenzione di Nuove Acque, gestore del servizio idrico, che, a sua volta, ha inviato le segnalazioni alle autorità competenti in quanto superati i limiti consentiti dalla legge.

“Si è evidenziato - specificano da Arpat - che le segnalazioni relative al 2020 risultano sensibilmente diminuite rispetto agli anni precedenti grazie a un efficace monitoraggio delle fognature delle aree industriali interessate”.

A dare supporto all’attività di monitoraggio messa in atto dai professionisti di Arpat, anche i gestori degli impianti di depurazione che, per legge, sono tenuti a verificare la qualità di quanto scaricato nelle acque superficiali. Nel corso del 2020 le due società che operano sul territorio provinciale, Nuove Acque e Publiacqua, hanno effettuato agli impianti di depurazione che trattano più di 2.000 abitanti verifiche specifiche.

La relazione completa di Arpat