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Le Acli chiedono un piano di sviluppo per un rilancio post-Covid19

L’associazione avanza l’esigenza di delineare le priorità per riqualificare e modernizzare la città. L’obiettivo è di individuare progetti volti a digitalizzazione, cultura, mobilità, ecologia e turismo

Un progetto generale di riqualificazione e modernizzazione della città di Arezzo per un rilancio post-Covid19. Questa urgenza è avanzata dalle Acli provinciali che chiedono all’amministrazione di individuare le strategie necessarie per arginare lo stato di declino di molte zone del centro storico e della più prossima periferia che, nel corso degli anni, hanno conosciuto un progressivo impoverimento da un punto di vista demografico e commerciale. L’invito è di valutare la possibilità di avviare un serio e continuativo dialogo tra istituzioni, cittadini, aziende, associazioni e rappresentanti delle diverse categorie economiche, per dar vita ad uno sforzo corale orientato a stabilire gli ambiti su cui investire per impostare un nuovo modello di sviluppo sostenibile capace di integrare digitalizzazione, cultura, mobilità, ecologia e turismo.

Il percorso ipotizzato dalle Acli di Arezzo ambisce alla riqualificazione e all’ammodernamento della città con una visione innovativa soprattutto in vista dello storico e ingente piano europeo Recovery Fund che verrà destinato all’Italia. Questo sforzo dovrà essere coordinato anche con le istituzioni regionali per individuare quei progetti in grado di intercettare le risorse per destinarle ad un piano concreto di interventi sul territorio per rivitalizzarlo, per renderlo nuovamente competitivo e per sostenerne le realtà economiche e, di conseguenza, le persone. "Il Covid19 - spiega Stefano Mannelli, delegato a sviluppo sostenibile, lavoro e attività produttive delle Acli, - ha accentuato la crisi commerciale del centro città e delle aree immediatamente limitrofe. Arezzo ha, nel corso degli anni, perso vitalità e l’attività di promozione è stata concentrata soprattutto su grandi eventi enogastronomici o stagionali, ma l’attuale emergenza sanitaria ha testimoniato la necessità di studiare nuove soluzioni capaci di supportare l’economia. Occorre una nuova visione di sostenibilità, con una lucidità nel programmare il futuro in chiave di riqualificazione delle principali e nevralgiche aree commerciali e pedonali".

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