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Le Acli di Arezzo chiedono un impegno per l’educazione alla democrazia

In vista del Giorno della Memoria, l’associazione invita politica e associazionismo ad una mobilitazione culturale. La richiesta dà seguito alle manifestazioni di odio e violenza registrate durante "Memorie ebraiche in Arezzo"

Una mobilitazione condivisa nell’educazione alla democrazia e al rispetto reciproco, animata anche da una riflessione sui tragici fatti del ‘900 ricordati dal Giorno della Memoria del 27 gennaio. La richiesta, rivolta alle realtà politiche e associative del territorio cittadino, è mossa dalle Acli provinciali e dà seguito alle manifestazioni di violenza digitale e di odio raziale registrate durante l’evento virtuale “Memorie ebraiche in Arezzo”. 
L’associazione, oltre a condannare tali episodi e ad esprimere solidarietà verso gli utenti coinvolti, invita a prevedere una mobilitazione culturale congiunta da parte di istituzioni, enti e istituti scolastici per organizzare momenti di riflessione e di educazione ai principi democratici, alla convivenza e al rispetto del prossimo in termini di pensiero politico e religioso, di razza e di genere. Una cura particolare dovrà essere rivolta alla sensibilizzazione verso i temi della Liberazione e della Costituzione, con un esempio che dovrà partire dalle parole dei rappresentanti politici, che dovrà essere declinato negli ambiti lavorativi e che dovrà trovare il proprio perno negli insegnamenti ai giovani nelle scuole.
Le stesse Acli di Arezzo si attiveranno al termine dell’attuale situazione di emergenza sanitaria con iniziative promosse a livello provinciale e attraverso i quaranta circoli del territorio per stimolare momenti di riflessione e di approfondimento sui temi in questione. Uno dei fondamenti di questo percorso che verrà proposto dall’associazione sarà rappresentato dall’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco che declina i temi dell’amore fraterno e della convivenza solidale tra tutti gli esseri umani in sintonia e nel rispetto dei diversi ambienti di vita. «L’olocausto - ricorda Luigi Scatizzi, presidente provinciale delle Acli, - non avvenne come un fulmine a cielo sereno, ma maturò attraverso passi progressivi iniziati con azioni e atteggiamenti anti-democratici fomentati direttamente da chi rappresentava la classe dirigente politica e culturale dell’epoca. Gli attacchi registrati durante la manifestazione “Memorie ebraiche in Arezzo” testimoniano come, ancora oggi, siano presenti germi pericolosi per la civile convivenza e come sia necessario riprendere un’azione culturale diffusa che coinvolga ogni ambito della vita per promuovere la democrazia, l’amore, il rispetto e la tolleranza verso le diversità che arricchiscono l’umanità». 

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