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Accorpamento dei distretti sanitari di Valtiberina e Casentino, il no dei sindaci in una lettera a Rossi

Il sindaco di Sansepolcro e presidente della Conferenza dei Sindaci della Valtiberina Toscana Daniela Frullani chiede nuovamente, questa volta congiuntamente al presidente della conferenza dei sindaci del Casentino Daniele Bernardini, di mantenere...

Il sindaco di Sansepolcro e presidente della Conferenza dei Sindaci della Valtiberina Toscana Daniela Frullani chiede nuovamente, questa volta congiuntamente al presidente della conferenza dei sindaci del Casentino Daniele Bernardini, di mantenere l’autonomia del distretto sanitario della Valtiberina.

“Da molti mesi siamo al lavoro per sostenere l’autonomia del distretto della Valtiberina – sottolinea Frullani - portando all’attenzione del consiglio dell’Unione dei Comuni e di tutti i consigli comunali della Valtiberina Toscana specifiche e circostanziate motivazioni a dimostrazione della validità dell’obiettivo per il raggiungimento del quale occorre l’unanimità di tutte le forze politiche. Non mi sembra che in questa battaglia, sostenuta ormai da tempo, si sia avvertita la presenza forte dei gruppi consiliari di opposizione. Piuttosto ricordo che, nei mesi scorsi, il rappresentante in consiglio di Rifondazione Comunista, Gabriele Marconcini, aveva sostenuto la positività dell’accorpamento del distretto sanitario della Valtiberina con il distretto del Casentino rispetto ad altre soluzioni. In quell’occasione ho invitato tutti i consiglieri a non abbassare la guardia e a respingere con determinazione qualsiasi ipotesi di fusione dei distretti sanitari.”

Il documento sottoscritto oggi da Frullani e Bernardini, in qualità di presidenti delle conferenze dei sindaci di Valtiberina e Casentino, è stato inviato al presidente della Regione Enrico Rossi, all’assessore regionale Stefania Saccardi e all’ Anci Sanità. In questo i firmatari dichiarano di aver valutato attentamente la proposta dell’ Anci Toscana Sanità sui processi di riduzione dei distretti sanitari ma di essere fortemente contrari all’accorpamento evidenziando le caratteristiche orografiche del territorio che separa le due zone, chiedendo un ripensamento della proposta avanzata, definita immotivata, illogica e diseconomica.

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