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Lunedì, 29 Aprile 2024

Maxi operazione antidroga, 24 misure cautelari. Stupefacenti anche nel fustino del detersivo e nel succo di frutta

Da Perugia ad Arezzo, passando per Caserta, Latina, Pisa, Lucca e Varese. La svolta dopo gli arresti dello scorso anno a Terontola

Anche il territorio aretino è stato interessato dall'imponente operazione antidroga che hanno condotto questa mattina all'alba i Carabinieri del Comando provinciale di Perugia. Un'attività che dal capoluogo umbro ha toccato le provincie di Arezzo, Lucca, Pisa, Caserta Latina e Varese e che ha visto l'esecuzione di provvedimento cautelare, emesso dal giudice per le indagini del Tribunale di Perugia su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 24 persone indagate per associazione finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di quantità ingenti di sostanze stupefacenti. Una di questa è stata rintracciata nella Valdichiana aretina. 

Le indagini partite dalla provincia di Arezzo

Le indagini sono iniziate nei primi mesi del 2023 e fanno seguito a quelle svolte nei mesi di giugno e agosto del 2022  che avevano portato tra provvedimenti cautelari e arresti in flagranza, 45 soggetti, sequestrati 24 chilogrammi di eroina e 150.000 euro in contanti sequestrati.

Gli investigatori, dopo l'arresto di tre cittadini nigeriani eseguiti tra febbraio e marzo 2023 a Terontola e Sinalunga, trovati in possesso di oltre un chilo e mezzo di eroina, sono riusciti ricostruire una rete di connazionali, residenti a Perugia e cittadini italiani, accusati di importare sul capoluogo umbro notevoli quantità di stupefacente dall'estero.

Le indagini sono state condotte con intercettazioni che hanno permesso di svelare il "linguaggio segreto" usato dal gruppo criminale. Alle intercettazioni si sono poi affiancate le indagini tradizionali: osservazioni, pedinamenti, hanno portato a ricostruire i movimenti dell'organizzazione.

Il gruppo, unitario e piramidale, era solito utilizzare come base logistica un'abitazione presa in affitto nel centro di Perugia presso la quale sarebbero stati "stoccati" e "rivenduti", in pochi mesi, centinaia di chili di droga.

"Una volta ricevuto il carico di stupefacenti, presso l'immobile iniziava un vero e proprio "viavai" di altri connazionali i quali, a loro volta e con compiti ben definiti, acquistavano considerevoli quantità di sostanza che poi veniva venduta al dettaglio attraverso di decine di pusher; proprio l'impiego di questi ultimi, utilizzati anche come vettori, consentiva quotidianamente di alimentare le "piazze di spaccio" non solo dell'Umbria ma anche quelle della Toscana, delle Marche e della Campania" spiegano in una nota i militari dell'Arma.

I corrieri, al fine di eludere controlli e accertamenti delle forze dell'ordine, avevano adottato le più disparate tecniche di occultamento. La droga infatti è stata rinvenuta anche in fusti di detersivo, all'interno di confezioni sigillate di succhi di frutta, all'interno di pneumatici, tra la spesa di generi alimentari e poche volte occultati sulla persona.

In più circostanze è stato accertato anche il ricorso alla pericolosissima tecnica dell'impiego dei "corrieri ovulatori": in un caso, addirittura, è stato monitorato un uomo (poi arrestato) che aveva ingoiato 42 involucri di eroina, trasportando così quasi mezzo chilogrammo di sostanza.

Data la rilevanza dei quantitativi trattati e del conseguente ingente valore delle singole partite, l'associazione disponeva anche di un "chimico" deputato a testare le qualità dello stupefacente attraverso appositi reagenti e attrezzatura da laboratorio, prima di dare l'assenso 'alla conclusione dell'affare.

Gli sviluppi investigativi consentivano di appurare che il principale canale di rifornimento dello stupefacente per l'associazione era il nord Europa.

Nel corso delle indagini sono stati effettuati numerosi recuperi di stupefacenti:  il 19 marzo 2023, al valico di Bardonecchia, un uomo di origine campana veniva sottoposto a perquisizione e trovato in possesso di 36 chilogrammi di stupefacente - di cui 31 chili di eroina e 5 chili di cocaina - suddiviso in centinaia di ovuli, celati all' interno di una ruota di scorta. La settimana successiva, un altro maxi sequestro di droga veniva effettuato in Umbria, lungo il raccordo Bettolle — Perugia; in quel caso venivano controllati 2 cittadini portoghesi che, ad altissima velocità, viaggiavano su un'autovettura che trasportava, sempre celati all'interno di uno pneumatico di scorta, 13 chilogrammi di eroina e alcune centinaia di grammi di cocaina; qualche giorno dopo nel capoluogo umbro venivano tratti in arresto nella flagranza del reato di detenzione e spaccio di stupefacenti ulteriori 4 cittadini nigeriani e sequestrati più di 1 chilo di eroina.

Dall'elaborazione delle informazioni raccolte sono stati testimoniati collegamenti tra l'associazione criminale di matrice nigeriana (in parte scoperta già nell'aretino) ed esponenti della criminalità organizzata campana. In particolare sarebbe coinvolta una persona di vertice del "clan dei casalesi", con specifiche attribuzioni di compiti e funzioni per lo smercio del pericoloso oppiaceo. Anch'essa è destinataria di misura cautelare in carcere.

A quest'ultimo il provvedimento cautelare è stato notificato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, dove l'uomo si trova ristretto per il reato di estorsione. Era da poco tornato in libertà dopo aver scontato una pena detentiva di oltre 20 anni a seguito di condanne per reati associativi e gravi fatti di sangue.

"Il giudice per le indagini di Perugia, considerata la gravità indiziaria in ordine anche al reato associativo finalizzato al traffico di sostanze di stupefacenti, ricorrendo la sussistenza delle esigenze cautelari - tra le quali il pericolo di reiterazione dei reati e il pericolo di fuga degli indagati - valutata la pericolosità sociale ha emesso per 10 indagati la misura della custodia in carcere, per 3 la misura degli arresti domiciliari presso l'abitazione di residenza e per altri 11 la misura dell'obbligo di presentazione quotidiana alla PG territorialmente competente". Una di queste ultime misure è scattata nell'aretino. 

Nel corso delle indagini, oltre ai sequestri operati, è stato tracciato e contestato agli indagati un traffico di circa 250 chilogrammi di sostanza stupefacente, immessa sul territorio nazionale, per un valore di mercato al dettaglio stimato in 15 milioni di euro.

Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari che hanno consentito di rinvenire e sequestrare in una delle abitazioni nella disponibilità degli indagati complessivamente 624 grammi di cocaina, 4,7 chili di marijuana e oltre 20.000 euro in contanti, somma ritenuta verosimilmente provento dell'attività illecita. Per tali fatti sono stati arrestati in flagranza di reato 5 soggetti di origine nigeriana che sono stati deferiti alla Procura della Repubblica competente per territorio.

Inoltre sono stati sequestrati diversi supporti informatici che saranno oggetto di successivi accertamenti. Dei 24 soggetti destinatari della misura cautelare 4 sono attualmente irreperibili sul territorio nazionale per i quali sono state attivate ricerche anche in ambito internazionale.

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