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Cava nella Valle delle Piagge, il sindaco di Capolona: "Corretto l'iter per l'approvazione del progetto"

Mario Francesconi, primo cittadino del comune dove si trova l'area finita sotto sequestro, ci tiene a spiegare come sia stato svolto l'iter progettuale all'interno dell'amministrazione e del fatto che fino a ieri fossero all'oscuro di indagini in corso

Il sindaco di Capolona Mario Francesconi intende fare chiarezza in merito alla situazione legata alla Valle delle Piagge. Da 48 ore un'area di 5 ettari di proprietà di un'azienda agricola è sotto sequestro preventivo per un'indagine della Procura di Arezzo, per la quale sono indagate 4 persone. Nessuno del comune di Capolona è coinvolto, ma il primo cittadino tiene a spiegare come sia avvenuto l'iter progettuale dei lavori di escavazione che sono stati vagliati dall'amministrazione e approvati. 

"Negli ultimi mesi del 2019 un’azienda agricola di Capolona ha presentato al nostro ufficio tecnico una domanda per la realizzazione di un invaso nei propri terreni con destinazione agricola, necessario per l’irrigazione di una successiva piantumazione di noccioli, colture di piccoli frutti e altre piante officinali - spiega Francesconi - Esaminata la pratica da parte dell’ufficio, la stessa è risultata rientrare nei parametri dei nostri strumenti urbanistici e all’interno delle limitazioni poste dalla Regione Toscana per questo tipo di interventi. Gli uffici comunali e la commissione edilizia del nostro comune hanno espresso parere favorevole sul rilascio del permesso di costruire, assentito dall’ufficio competente presso l’Unione dei Comuni del Casentino. A seguito dell’inizio dei lavori avviati nei primi mesi del 2020 sono stati richiesti sopralluoghi per verificare la corretta esecuzione dei medesimi. Tali sopralluoghi sono stati effettuati dal nostro ufficio di Polizia municipale, da quello di Arezzo e dai Carabinieri forestali e nessuno di questi organi ha ravvisato anomalie. Successivamente nel mese di agosto un soggetto privato ha presentato ricorso al Tar chiedendo di sospendere i lavori al fine di rivendicare un danno nei suoi confronti. Il Tar non ha accolto la sospensiva e i lavori non si sono interrotti."

Mentre il Tar deve ancora pronunciarsi nel merito, il Gip ha accolto le tesi della Procura per le quali il progetto scritto su carta non corrisponderebbe a quanto si stesse realizzando. La sostituto procuratore Laura Taddei ha infatti ipotizzato reati di tipo ambientale e di altra natura nei confronti del proprietario del terreno, della ditta esecutrice delle escavazioni, del direttore dei lavori e del geologo. Secondo gli inquirenti invece che un laghetto si stava scavando per ricavare inerti per l'edilizia. Insomma ricavandoci una casa estrattiva.

"Ieri - spiega ancora Francesconi - abbiamo scoperto dagli organi di stampa che è stato disposto un sequestro da parte del Gip dell’area oggetto della costruzione dell’invaso. Noi ad oggi prendiamo atto di questo pur non sapendo nulla in maniera ufficiale." E poi ribadisce: "Il comune, attraverso i propri uffici, ha assolutamente eseguito in maniera corretta e trasparente l’iter amministrativo che la pratica prevedeva e quindi si dichiara estraneo a tutte le false affermazioni che sono state fatte. L’amministrazione confida in una rapida risoluzione della questione al fine di non pregiudicare la tutela ambientale e l’immagine del comune stesso”.

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