Un rigore, un banalissimo rigore non concesso è stato sufficiente per mandare a monte una partita, con una sconsiderata aggressione all'arbitro e l'arrivo di una pattuglia di carabinieri. Episodi che continuano a fare notizia nonostante si ripetano sempre più spesso, con le immancabili scuse del post fattaccio.

Stavolta è accaduto ad Anghiari, dove si stava disputando una partita del campionato amatori di Città di Castello tra Gricignano (che giocava in casa) e Pistrino. Gli ospiti erano avanti 2-1, quasi alla fine del secondo tempo, quando c'è stato un contatto dentro i sedici metri: fallo netto secondo i locali, punizione per i difendenti secondo l'arbitro.

La mancata concessione del penalty ha scatenato la rabbia dei giocatori del Gricignano e anche della panchina, compresi un paio di dirigenti: hanno circondato il direttore di gara, costringendolo a indietreggiare, a difendersi dagli spintoni e da parole che certo non erano complimenti. Alla fine Matteo De Santis, 23 anni, un ragazzo con la passione per il calcio e l'arbitraggio, ha dovuto correre verso gli spogliatoi e chiudersi dentro, per poi chiamare le forze dell'ordine.

La partita è finita lì, sospesa perché De Santis non ha fatto in tempo a dare il triplice fischio. Riportata la normalità, anche grazie ai calciatori del Pistrino che hanno placato gli avversari, l'arbitro si è recato all'ospedale di Sansepolcro, da dove è stato dimesso con una prognosi di 5 giorni per lievi escoriazioni. Dalla società del Gricignano filtrano scuse e una versione soft dell'accaduto, mentre nessun commento trapela, almeno per adesso, dal presidente della sezione arbitri di Città di Castello, Gabriele Magrini.

Tutto ciò in attesa del verdetto del giudice sportivo, che oltre a infliggere lo 0-3 a tavolino al Gricignano potrebbe usare la mano pesante per sanzionare i tesserati che hanno aggredito De Santis. Al di là dei provvedimenti, resta l'increscioso epilogo che si aggiunge a una lista sempre più lunga.