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"C'è bisogno di dialogo". Messaggio di Natale del Vescovo: "I volantini razzisti? Gesto contro Costituzione e religione"

Il legame di Arezzo con la figura di San Francesco e il quartiere di Saione, il commento sul lancio di volantini xenofobi in via Piave e il messaggio di Natale: "Manca il lavoro e serve più dialogo"

Il lancio dei volantini razzisti a Saione entra anche nel messaggio di Natale. Dal Vescovo Fontanta arriva contemporaneamente una difesa del quartiere di Saione e dei suoi abitanti e una condanna per il gesto xenofobo:

"Va detto che Saione non è razzista, innanzitutto, se qualche persona poco ragionevole passa davanti a casa vostra e ci lascia qualcosa di nefasto non è che il padrone di casa diventi il responsabile. Chi ha sparso questi volantini ha fatto una cosa sciocca, contro il buon senso, contro la costituzione repubblicana e soprattutto contro la santa religione dove siamo chiamati a essere tutti fratelli, dove così ci chiamiamo normalmente, dove credo che ci sia spazio per tutti."

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E nell'augurio agli aretini l'Arcivescovo Fontana riparte proprio dalla figura di San Francesco, che ha così caratterizzato la città di Arezzo ed in particolare quel quartiere.

"Pace e bene, a questa città così legata a San Francesco", un messaggio che guarda ai deboli, ai poveri così come il Santo di Assisi ha insegnato con la sua vita. "Invito tutto il popolo aretino a rimettersi in cammino, a cercare Gesù come fece Francesco nell'anno 1223" ha detto Fontana raccontando poi come la città sia segnata da questa figura. "Nel 1220 un gruppo di ragazzi si misero insieme secondo la regola di San Francesco e Santa Chiara, c'è rimasto qualche segno, c'è ancora un lavandino antico che ricorda la presenza di una comunità femminile nei pressi delle Poste di Arezzo." Un legame che va avanti nel tempo e che tocca il quartiere che ha nella sua piazza principale proprio l'immagine di San Francesco e il lupo. "Nel 1926 è nato Saione, con una scelta combinata del mio precedessore Emanuele Mignone e i Frati Minori dell'Ordine di San Francesco."  

L'appello perché si parli anche delle buone notizie

"Siamo la città dove ci sono le suore di Viciomaggio che accolgono i piccoli con problemi avvalendosi dei migliori professionisti che ci sono nel territorio regionale e li riaffidano ai genitori migliorati ,ma molto spesso anche guariti. Poi ci sono i Padri passionisti ad Agazzi che vi riabilitano tutti, quando vi siete rotti una gamba e avete bisogno di riprendere a camminare, come le nostre Monache Carmelitane, che hanno un fascino increbidile negli Orti Redi. Questa Chiesa è più bella di quella che sembra. Invece ad Arezzo c'è un gusto molto toscano di vedere tutto quello che può creare polemica, non si vede mai che il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto.

La città e i bisogni degli aretini

"La città è molto bella, bisogna farla sempre più bella, ma mi interessano di più gli aretini. Ci sono problemi reali, manca il lavoro, quindi chiacchieriamo poco e produciamo posti di lavoro, c'è bisogno di dialogo, di non escludere nessuno, di non arroccarsi su posizioni di privilegio, c'è grande bisogno di guardare il futuro. Appello alle donne, alle mamme, fate in modo che si lasci una città più solidale, guardando al futuro."

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