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Un tir di aiuti per l'Ucraina: partito il primo carico di beni raccolti dalla Caritas

Il Comune si mobilita: attiva la mail temporanea arezzoperucraina@gmail.com. Chiunque desideri offrire il proprio supporto logistico alla gestione dell'attuale crisi, ad esempio mezzi di trasporto o assistenza linguistica, può indicare la propria disponibilità scrivendo all'indirizzo indicato lasciando i propri recapiti

E' partito questa sera alle 18,30 circa e arriverà domani dopo le 16 a destinazione. Il tir con la prima trance di beni di prima necessità destinati ai profughi ucraini che hanno cercato riparo in Polonia adesso è in viaggio. Coperte, abiti, cibi in scatola e quanto necessario in una situazione d'emergenza è stato raccolto dalla Caritas e destinato in parte alla diocesi polacca di Drohiczyn, che si trova a circa un'ora e mezzo dal confine dell'Ucraina, in parte direttamente alle cittadine ucraine tramite corridoi umanitari. 

"E' la nostra diocesi gemella - ha spiegato l'Arcivescovo Riccardo Fontana - il vicario del seminario proviene da lì e accompagnerà il carico fino in Polonia. Sarà lui ad aprire i sigilli una volta arrivato". 

La diocesi polacca in questi giorni sta accogliendo centinaia di persone, in gran parte donne, anziani e bambini, che sono scappati dalle proprie abitazioni senza poter portare con sé nulla. 

L’iniziativa, parte dal solido rapporto tra l’arcivescovo Riccardo Fontana e il vescovo Piotr Sawczuk. Sono sette i presbiteri originari della Chiesa di Drohiczyn che offrono il loro servizio nella diocesi toscana.

I materiali donati, poco più di 19 tonnellate tra alimenti a lunga conservazione, medicinali, materiale per l’igiene personale, per bambini,  verranno gestiti dalla locale Caritas polacca che in queste settimane si è subito attivata per dare aiuto ai tantissimi profughi affluiti nel Paese. Si tratta del primo di una serie di invii che la diocesi aretina-cortonese-biturgense farà nei prossimi giorni.

Tir di aiuti per l'Ucraina

"Si tratta di una piccola carezza per chi soffre ed è il segno della cultura aretina: la concretezza” dice l’arcivescovo Riccardo Fontana. “La gente ha risposto con entusiasmo e grande senso di solidarietà per aiutare coloro che sono in fuga dal freddo, dalle bombe e dalla fame. Dobbiamo essere decisi nel dire ‘no alla guerra’, nel rispetto per la cultura russa, che è degna di massima considerazione. Questo è il tempo di mettere da parte le polemiche cercando di fare il possibile per aiutare il prossimo. Lo hanno fatto in tanti e tra di loro ci sono anche i nostri ragazzi, che con i loro risparmi hanno comprato sacchi a pelo nuovi per regalarli ai loro coetanei".

Anche gli uffici comunali stanno ricevendo numerose chiamate da parte di cittadini che desiderano dare il proprio contributo nelle maniere più diverse alla gestione dell'emergenza ucraina. Da questa sera è attiva la mail temporanea arezzoperucraina@gmail.com: chiunque desideri offrire il proprio supporto logistico alla gestione dell'attuale crisi, ad esempio mezzi di trasporto o assistenza linguistica, può indicare la propria disponibilità scrivendo all'indirizzo indicato lasciando i propri recapiti. Tutte le offerte di collaborazione a vario titolo saranno raccolte e qualora risultassero necessarie gli interessati saranno contattati dal personale incaricato dal Comune.

"Ancora una volta gli aretini hanno mantenuto la loro promessa di grande generosità, comunque tratto caratteristico, ma in questo momento forse più forte di sempre. In ogni caso, mi preme sottolineare la necessità che tutti gli aiuti passino dai canali ufficiali affinché non si disperdano o rimangano inutilizzati; lo stesso per l'accoglienza, la cui organizzazione è coordinata dalla prefettura. Ringrazio ancora una volta la Città per la grande testimonianza di solidarietà che sta dando in questo difficile momento", ha detto il sindaco Alessandro Ghinelli.
Solidarietà e generosità, alle quali si unisce un'altra testimonianza concreta a favore della pace: domani alle ore 12, come in tante altre città italiane ed europee, in piazza della Libertà un momento di raccoglimento per dire no alla guerra.

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