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Vende rose al ristorante, diventa chef. Il titolare: "L'ho assunto per evitargli l'espulsione. Ho scoperto un talento"

La storia di Roni, 23 anni, arrivato in Italia dal Bangladesh senza permesso e 'salvato' dall'Antica Fonte. Lui ha ricambiato mostrando tutto il suo talento in cucina

La timidezza è lo specchio dell'umiltà che lo distingue sul lavoro. Il sorriso sfoggiato dopo aver rotto il ghiaccio, quello della gioiosa grinta con cui ha accettato la sfida del ristorante che lo ha assunto. Roni Miah ha appena 23 anni, viene dal Bangladesh ed è in Italia dal 2012, quando, da minorenne, era entrato nel Paese. Da allora ne ha vissute di vite. Ambulante di rose, lavapiatti. Fino ad essere considerato "chef": per qualche giorno, in un momento di necessità, ha infatti preso in mano l'intera cucina del locale. Ad incoronarlo sono i colleghi dell'Antica Fonte di Arezzo. Una famiglia per lui, da cui molto ha ricevuto ma a cui altrettanto ha restituito.

Zero rose vendute e tanto sconforto

Roni aveva lasciato casa che era un bambino, poco più: una sola necessità, sbarcare il lunario. Fagocitato presto dal mondo, le sliding doors dell'esistenza gli avevano messo in mano un mazzo di rose e lo avevano sbattuto in via Porta Buia, ad Arezzo. Doveva vendere rose al ristorante. L'Antica Fonte di Luca Fabianelli è ormai un'istituzione ad Arezzo: pienone nel weekend, sempre affollato in settimana, a pranzo e a cena. Roni doveva cominciare da lì. "Ci sono tanti ragazzi che propongono fiori ai tavoli dei nostri clienti, qualcuno è più insistente, qualcuno meno - racconta Luca Fabianelli - Roni non lo era per niente". Timidezza esagerata e zero rose vendute. "Tanto che alla fine delle serate gli offrivo volentieri qualcosa da mangiare. Era un ragazzino e come ambulante non era granché".

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Il permesso di soggiorno da rinnovare e l'era da lavapiatti

Dopo qualche tempo Roni batte la sua timidezza e si apre volentieri con Luca. "Mentre mangiava mi raccontava della sua vita: i familiari lasciati in Bangladesh e i problemi con il permesso di soggiorno - continua il titolare del ristorante -, rischiava di essere espulso. E così ho pensato di assumerlo". E' il 2013 e per Roni inizia una nuova vita. Risolte le grane burocratiche, il ragazzo si da da fare all'Antica Fonte. Diventa factotum del locale, silenzioso, prezioso. "Per un paio di anni ha aiutato in sala e in cucina, ha lavato i piatti, osservando il lavoro altrui, riuscendo a rendersi sempre utile", continua Luca.

L'intervista a Luca Fabianelli su Up Magazine

Il cuoco vacante e la "scoperta" di Roni

"Io guardavo quello che facevano gli altri e cercavo di capire: ho imparato da Donatella, la cuoca procedente, che mi ha insegnato tantissimo. E poi dagli altri due cuochi che sono venuti dopo di lei", racconta Roni. Ma nessuno in sala, da Luca - il titolare - a Leda - responsabile di sala -, si sarebbe aspettato l'exploit tra i fornelli del ragazzo. Arrivato all'improvviso e, per il ristorante, provvidenzialmente. Già perché "dopo la partenza di Donatella - continua Luca - non avevamo trovato un punto di riferimento stabile in cucina. Si sono alternati altri due cuochi, andati poi via. Per circa venti giorni siamo rimasti senza la figura chiave del ristorante: eravamo in difficoltà. E invece Roni ha detto: 'Ci penso io!'. E ha lasciato tutti a bocca aperta: riusciva a replicare alla perfezione tutti i piatti del menù".

E' nata una stella?

"E' sbalorditivo - racconta Antonella, l'attuale chef - come Roni riesca a cucinare il peposo, o altri piatti della tradizione aretina. Ed è stupefacente la sua organizzazione, la velocità di esecuzione, oltre all'abilità nel realizzare i piatti". E' capitato che Antonella si assentasse per qualche giorno, Roni ha preso in mano la cucina senza patemi. Mandando avanti un locale che in un fine settimana riesce a fare anche 700 coperti. "Ma sono io che devo ringraziare Luca, Antonella e tutti quelli che lavorano al ristorante. Che cosa voglio fare da grande? Non lo so, magari continuerò davvero per questa strada. Ma ci sono tante possibilità". "Ha grande stoffa", lo incoraggia Antonella "è pronto per un'esperienza in un ristorante stellato". E intanto Luca se lo tiene stretto: "Ha una volontà incredibile, è umile e un grande lavoratore". "Grazie - si schermisce Roni - ma i miei familiari, in Bangladesh, nemmeno ci credono che sono in grado di fare il cuoco". Non resta che un'ultima curiosità: cosa si prepara Roni quando è solo a casa? "Ah, no - sorride - basta cucinare. A casa ordino la pizza".

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