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Riaperture: il commercio chiede ordinanze locali. Ghinelli: "Serve confronto", nascono tre commissioni speciali

Nel frattempo, ieri la consegna simbolica di quasi cento mazzi di chiavi di altrettante attività - tra ristoranti e non - al primo cittadino

"Dobbiamo trovare la giusta medicina alla malattia. E per fare questo c'è bisogno di confronto". Per tornare a riaprire ristoranti e negozi, secondo il sindaco Alessandro Ghinelli, servirà un'attenta valutazione di ogni tipo di variabile dettata dalla necessità di "convivere ancora per lungo tempo con mascherine e sistemi di protezione contro il Covid-19". Una tema spinosissimo quanto delicato quello sul quale viene chiamato ad esprimersi il primo cittadino visto che, in seguito all'ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri, la riapertura per attività di questo tipo potrebbe non essere così immediata. Da una parte dunque il governo che fissa dei tempi dilatati, dall'altra i lavoratori che iniziano ad accusare la chiusura forzata. Soltanto ieri mattina, Simone Giannerini e Mariano Scognamiglio, ristoratori della provincia hanno consegnato nelle mani del sindaco Ghinelli un centinaio di chiavi appartenenti ad altrettante attività (non solo di somministazione alimenti) che temono di non riuscire a riaprire. Un gesto sibolico, di protesta, che è stato ripetuto in larga parte della Toscana attraverso il coordinamento dell'associazione Ristoratori Toscani.

“Il sindaco ha ricevuto le chiavi - hanno detto Simone e Mariano ai giornalisti all'uscita dall'incontro col sindaco - Gli abbiamo consegnato anche le lettere con le istanze del movimento. Il sindaco non può certo risponderci ma si deve fare promotore nei tavoli competenti delle nostre istanze. Siamo convinti che occorra rivedere alcuni aspetti. Se dovessimo riaprire e presentarci ai nostri clienti con camici, mascherine e guanti, faremmo passare a tutti la voglia di mangiare fuori casa. Ma se dobbiamo rimanere chiusi allora è giusto essere che mi vengano ridati i soldi che ho versato fino ad ora".

In queste ore ha preso il via una riunione dove amministrazione e mondo del commercio potranno confrontarsi su come e se prevedere delle ordinanze specifiche per il territorio aretino. "La pressione che si sta registrando a causa della chiusura di molte attività è insopportabile - ha specificato Ghinelli - Sono venuti da me due ristoranti che mi hanno portato le chiavi numerosi esercizi. Una protesta simbolica che significa un problema che non ci sfugge e che anzi, ci preoccupa. Detto questo mi preme sottolineare anche che, il tema così come posto dai due ristoratori, con i quali ho interloquito secondo me è poco accettabile. Sono certo che la clientela apprezza non solo la forma ma soprattutto la sostanza dei prodotti e delle pietanze che vengono servite. Ma nonostante ciò la loro manifestazione mi dà la proposizione del tema per i pubblici esercizi. Vediamo se riusciremo a trovare la formula giusta per la riapertura anche di queste attività. Sarei propenso a dire che c'è volontà di prevedere delle ordinanze sindacali ma dobbiamo attendere e valutare molto bene ogni aspetto. Per i negozi invece si pone il problema di sanificare aree e superfici. Penso che questo potrebbe essere fatto con l'installazione anche di macchinari appositi, per i quali potrebbe essere previsto l'aiuto anche dell'amministrazione. Non vedo la necessità vista la scarsa presenza dle virus nella nostra città di mantenere queste chiusure ma dobbiamo approfondire e discutere".

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In vista della ripartenza economica dopo l'emergenza Covid-19, sono tre le commissioni "speciali", presiedute dal sindaco Ghinelli, che si metteranno all'opera nel più breve tempo possibile: accanto al gruppo di lavoro dedicato alle attività produttive ne sono stati varati altri due affidati alla guida congiunta degli assessori Lucia Tanti e Tiziana Nisini. Si tratta di due "cabine di regia" dedicate a due piani straordinari: il primo con il focus su "famiglia, salute, educazione, sport", il secondo dedicato alla "coesione sociale".

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