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Domenica, 28 Aprile 2024

Lavoro e agricoltura: 1.300 aziende aretine a caccia di dipendenti. La fotografia di Coldiretti

Intervenute con le loro testimonianze anche alcune aziende rappresentative del territorio a cominciare da Bonifiche Ferraresi e Tenuta Setteponti

Carenza di mano d'opera specializzata, formazione e tutele contrattuali. Sono questi alcuni dei temi trattati durante l'incontro che si è svolto all'interno della prefettura di Arezzo promossi da Coldiretti e Vigneto Toscana. Un momento di confronto dove gli operatori del settore hanno potuto fare il punto sullo stato di salute di un settore, quello dell’agricoltura e dell’agroalimentare, che nonostante la pandemia e gli aumenti dei prezzi conta al suo attivo, soltanto in provincia, 1.300 aziende che assumono per circa 988.751 giornate di lavoro.

Molti gli ospiti intervenuti a cominciare dal Prefetto di Arezzo Maddalena De Luca, dopo i saluti iniziali a cura del Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci e del Direttore Raffaello Betti, di Simon Pietro Palazzo per il Comune di Arezzo, della Camera di Commercio Arezzo – Siena con il Presidente Massimo Guasconi ed il Segretario Generale Marco Randellini e del Direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti, è stata la volta della relazione del Dott. Romano Magrini, Capo Area Gestione del Personale, Lavoro e Relazioni Sindacali Confederazione Nazionale Coldiretti, intervento incentrato sulla normativa per il reclutamento di lavoratori stagionali e del nuovo sistema di prestazioni occasionali introdotto dal governo qualche mese fa. Una nuova disciplina che sostituisce i vecchi voucher introducendo un importante snellimento degli adempimenti e dei costi per l’impresa, garantendo la tutela dei diritti dei lavoratori nel pieno rispetto della disciplina della contrattazione collettiva di settore. La semplificazione burocratica permette di salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per l’agricoltura.

“Potranno accedere al lavoro occasionale – ha illustrato Magrini - pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno. Sarà a tutti gli effetti un rapporto di lavoro subordinato con l’unico limite determinato dalla durata della prestazione che non potrà superare, per singolo occupato, le 45 giornate di lavoro effettivo all’anno. Il salario sarà esente da imposizione fiscale, cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico. Al lavoratore saranno inoltre garantite le stesse tutele previste per gli occupati a tempo determinato”.

Magrini ha quindi fatto il punto sulla manodopera in agricoltura, sul nuovo sistema di prestazioni occasionali, sugli interventi per la sicurezza e sulle prospettive della nuova politica agricola comunitaria per le aziende che intendono investire in innovazione e competitività.

Importanti contributi sono inoltre arrivati dall'onorevole Tiziana Nisini, vicepresidente della commissione lavoro della Camera dei Deputati, dalla direttrice dell’Inps Vittoria Ferrera che ha presentato il numero delle aziende, dei datori di lavoro, degli occupati e del numero delle giornate lavorare in provincia di Arezzo, dal direttore dell’Inail Arezzo – Siena su infortuni, malattie professionali e analisi dei settori dell’attività economica oltre alla presenza di Claudia Fedi per Coldiretti Toscana che ha parlato del progetto “Fami Demetra. Lavoro in agricoltura: strategie per il reinserimento", progetto finanziato nell’ambito dell’Obiettivo specifico 2.Integrazione / Migrazione legale, Interventi di integrazione socio-lavorativa per prevenire e contrastare il caporalato gestito dal Ministero del Lavoro su delega del Ministero dell’Interno.

Intervenute con le loro testimonianze anche alcune aziende rappresentative del territorio a cominciare da Bonifiche Ferraresi e Tenuta Setteponti.

Le conclusioni affidate al presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi “Il nuovo sistema di prestazioni occasionali che sostituisce i vecchi voucher è importante nelle campagne perché introduce una rilevante semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese – il nostro è un settore in forte espansione e che ha resistito agli anni della pandemia ed ai rincari, per le nostre aziende  – occorre si è avviato a concludere – una necessaria stabilizzazione dei prezzi, servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori”.

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