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La Fraternita come non l'avete mai vista: ecco il rinnovato percorso museale

In occasione del 756esimo anniversario dalla sua fondazione, la più antica istituzione aretina presenta al pubblico il rinnovato itinerario museale.

Il palazzo della Fraternita dei Laici si presenta oggi non solo come il museo della città ma, anche, come un salotto culturale aperto a tutti e in strettissima relazione con piazza Grande.

Un nuovo polo culturale che vuole rafforzare l'identità storico-artistica di Arezzo e soprattutto, un luogo dove la comunità aretina potrà riconoscere se stessa e il suo passato. Il recupero e restauro degli spazi, prima tribunale della città, hanno consentito lo sviluppo di un viaggio espositivo con caratteristiche di antica memoria ma al tempo stesso innovative e pluridisciplinari, non solo un luogo in cui esporre e conservare l'importante patrimonio artistico, ma un centro dinamico, didattico e interattivo, inserito nel contesto economico locale e strettamente connesso con le realtà culturali del territorio.

Arte, storia, musica, archivi, conferenze, didattica, degustazioni, concerti, cerimonie ed eventi vari coesistono in un luogo senza tempo. 
I temi espostitivi del nuovo progetto museologico, suddivisi in varie sezioni, che narrano le missioni istituzionali attraverso i secoli, sono proposti al visitatore con pannelli illustrativi per garantire le più agevoli condizioni di comunicazione.

Il percorso inizia dalla sala dell'antica Udienza, dove si conserva l'affresco della Madonna della Misericordia con i santi Donato e Gregorio realizzato da Parri di Spinielli (figlio di Spinello Aretino. Commissionata dai rettori nel 1448, questa iconografia, assai diffusa in territorio aretino, è divenuta l'emblema dell'ente. L'opera appena restaurata torna oggi visibile dopo oltre un secolo di oblio visto che lo spazio dove si trova, all'epoca del tribunale, era utilizzato come la sala degli avvocati.

Il dato più significativo del nuovo percorso è segnato dal ritorno nel luogo di origine di una serie di opere d'arte che, per vicissitudini e passaggi vari, nel corso del XIX secolo confluirono nel museo nazionale di arte medievale e moderna di Arezzo e in quello di Casa Vasari, dove ancora oggi si trovano numerose opere di prorprietà della Fraternita dei Laici, dapprima concesse in desposito al comune di Arezzo e successivamente allo stato.

Spiccano due opere di Bartolomeo della Gatta, San Rocco davanti al Palazzo di Franternita, dipinto su tavola con cornice lignea, commissariata dai rettori di Fraternita nel 1479 ed il grande affresco staccato con l'immagine della Madonna della Misericordia con i ritratti dei rettori del tempo e i funzionari del Monte di Pietà, oggi si riposizionano nel luogo originale.

Altro importante ritorno è costituito dalla lunetta dipinta a fresco (staccato) da Spinello Aretino, raffigurante la Pietà, che si trova nella facciata del palazzo dove adesso vi è una copia realizzata nel XIX secolo per motivi di conservazione dell'opera originale.
Finalmente visibile nel luogo deputate è il modellino delle Logge Vasari, progettato dal Vasari nel 1572 e realizzato nello stesso anno dall'intagliatore Luzio Punini. 

Si fa notare, pur nelle modeste dimensioni, il bassorilievo in terracotta policroma con la Madonna della Misericorcida attribuito allo stesso Rossellino, che rappresenta il bozzetto preparatorio del celebre gruppo scultoreo presente nella facciata del palazzo. Significativo ritorno per la Fraternita è il grande dipinto raffigurante la Pianta del condotto vasariano di Arezzo e della fonte di Piazza, un docomuneto cartografico realizzato da Giovan Battista Girelli nel 1626, nel quale si identificano la via di Cognaia, gli orti Redi, la torre di Gnicche, e la Fortezza medicea. 

La visita del nuovo percorso si conclude con la preziosa esposizione temporanea dell'antica collezione di orologi di Fausto Casi e del laboratorio dell'orologeria Burzi.

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