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Trail, gara massacrante in Val d'Asta. L'exploit dell'aretino Caselli: "Ho dormito appoggiato a una mucca"

Trail: un’altra epica impresa podistica di una squadra della Valdichiana. E’ successo sulle Alpi, dove 850 atleti da oltre 70 paesi si sono dati appuntamento l'11 settembre a Courmayer in occasione della 7°edizione del Tor des Geants, gara di...

Trail: un’altra epica impresa podistica di una squadra della Valdichiana. E’ successo sulle Alpi, dove 850 atleti da oltre 70 paesi si sono dati appuntamento l'11 settembre a Courmayer in occasione della 7°edizione del Tor des Geants, gara di corsa in montagna di 340 km e oltre 30000 mt di dislivello positivo (circa 4 volte la scalata dell everest) tra essi l'aretino Caselli Cristian, classe '87 alla sua seconda stagione agonistica, che con l'incredibile tempo di 96h32' si è classificato decimo assoluto e primo under 30. Un risultato stratosferico se si considera che solo un anno prima la gara era stata interrotta per maltempo e Cristian era classificato 82°.

La gara che prende il via da Courmayer affronta le due alte vie della Valle d'Aosta per poi tornare nuovamente a Courmayer in massimo sei giorni, le difficoltà maggiori sono la quota con passaggi oltre i 3000m e la gestione del sonno. Che la gamba di Cristian era buona lo si era capito in luglio quando nella massacrante 100 miglia della Ronda del Cims (Pirenei) Cristian si era dovuto ritirare a soli 30 km dall'arrivo per una caviglia fuori uso mentre era sesto assoluto e in agosto quando in testa al gran raid 3v si era perso a 5 km dall’arrivo giungendo poi 3.

«Quest’anno sono cambiate molte cose, in primis l'allenatore, dopo un 2015 deludente era venuto il momento di rivedere un po’ di cose cosi mi sono affidato alla padovana Lisa Borzani (7°assoluta e 1 donna in 91 ore) e da li è iniziata la mia rincorsa al Tor", spiega l’atleta. «Per prepararsi a una gara del genere in primis è fondamentale correre una gara sopra ai 100 km ogni mese, poi bisogna allenare tanto la testa a sopportare sonno e fatica; durante tutta la gara ho dormito solo un ora e quaranta», continua. Il momento peggiore di tutta la gara? "La terza notte: ero completamente solo nel punto più selvaggio della gara e mi è preso un attacco di sonno, dopo un ora che procedevo in maniera veramente lenta ho capito che dovevo dormire e così mi sono appoggiato 10 minuti a una mucca che stava dormendo in un pascolo, cosi appena risvegliato ho avuto l'autonomia per arrivare al check point successivo e ristorami a dovere». E quello più bello?

«Sicuramente l'arrivo: ho scollinato il Malatrà alle 4 di notte sotto una tormenta di neve e da li in poi sono entrato in una specie di incoscienza dalla quale mi son ripreso solo poche centinaia di metri prima dell'arrivo dove c'erano ad aspettarmi i miei genitori e tutto il team Ferrino».

Obiettivi futuri? «Tra un mese sarò in Turchia poi inizierò a preparare il 2017 dove vorrei confrontarmi nel World Series con i migliori al mondo». Tra i ringraziamenti «voglio anzitutto ringraziare la mia famiglia che mi ha supportato per 340 km, gli amici della Uisp Chianciano e della Ronda Ghibellina e i miei sponsor il Trekking Point Arezzo e Ferrino che mi hanno dato la possibilità e poi i materiali per affrontare al meglio questo sogno...».

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