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Torna Intra Tevere et Arno e invade il Casentino

Torna domenica 22 maggio la “Intra Tevero et Arno”, manifestazione podistica non competitiva organizzata dalla sede aretina della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Il programma prevede alle ore 8.30 la partenza simbolica dal Sagrato del...

Torna domenica 22 maggio la “Intra Tevero et Arno”, manifestazione podistica non competitiva organizzata dalla sede aretina della Unione Nazionale Veterani dello Sport.

Il programma prevede alle ore 8.30 la partenza simbolica dal Sagrato del Duomo di Arezzo, e dopo la benedizione dei partecipanti si sposterà in Casentino. Alle 9 circa è programmato il ritrovo in Piazza Mazzini a Rassina, dove la partenza sarà effettuata come primo frazionista dall’assessore allo sport del Comune di Castel Focognano Christian Gambineri. La carovana si sposterà poi verso le tappe di Chitignano e Chiusi della Verna (dove ci sarà il sindaco Giampaolo Tellini per un saluto ai partecipanti, e il parroco fra Michele per la benedizione), per poi entrare in Valtiberina verso Caprese Michelangelo. Conclusione tradizionale con lo svuotamento delle borracce sul Tevere a Pieve Santo Stefano e pranzo conclusivo intorno alle 13.30. I centri interessati al passaggio della manifestazione parteciperanno anche tramite gruppi di giovani atleti delle società sportive che si uniranno alla carovana.

La marcia a staffetta “Intra Tevero et Arno” si svolge attraverso la dorsale appenninica su cui si profila il “crudo sasso” ove sorge il santuario della Verna, caro al Patrono d’Italia S. Francesco. Si tratta di una marcia che atleti ed ex atleti di ogni età effettuano, senza ambizioni di primato, ma soltanto con l’impegno che li caratterizza, e con i ricordi che alimentano l’ideale sportivo. Le quaranta frazioni di un km ciascuna vengono percorse da Veterani dello Sport, alternati con venti giovani promesse. Si ripete in questo modo la simpatica consegna di un messaggio di fede nello sport, da un campione del passato ad un rappresentante della generazione di oggi. Ad ogni cambio di frazione passa dall’uno all’altro, come testimone, una borraccia contenente l’acqua dell’Arno cui si uniscono, all’inizio dell’ultima frazione, le borracce portate dagli atleti veterani delle sezioni intervenute, contenenti l’acqua di altri fiumi italiani fra i più importanti, come quella sacra, sempre presente, del Piave, la più cara al cuore degli italiani.

A Pieve S.Stefano le acque delle borracce vengono versate nel Tevere affinché scorrano, unite, verso Roma. Il loro congiungersi vuole simboleggiare, in una squadra di amicizia spirituale di tutti gli atleti, giovani e veterani, stretti in una delle più pure correnti della vita: quella dell’ideale sportivo.

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