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Passioni Festival, Moscagol tra emozioni e futuro: “Vorrei restare”. Gene Gnocchi il mattatore fa il pienone all'Eden

Il gran finale del Passioni Festival si avvicina e i fuochi d'artificio sono già iniziati. Ieri si sono alternati momenti divertenti ed emozionanti con Davide Moscardelli, attaccante e capitano dell'Arezzo, arrivato tardi nel calcio che conta, ma...

Il gran finale del Passioni Festival si avvicina e i fuochi d'artificio sono già iniziati. Ieri si sono alternati momenti divertenti ed emozionanti con Davide Moscardelli, attaccante e capitano dell'Arezzo, arrivato tardi nel calcio che conta, ma che a suon di gol spettacolari sta vivendo – in una terra che lo ama - una seconda giovinezza. In serata, esilarante show del comico di Dimartedì (talk politico di Giovanni Floris su La7) Gene Gnocchi, intervistato dal direttore artistico della manifestazione, Andrea Scanzi.

Il venerdì del Passioni è iniziato nel tardo pomeriggio, con un personaggio sfaccettato, seguitissimo sui social, dalla lunga barba, dalla classe cristallina e dalla grinta di un esordiente; a dispetto dei 38 anni. Dopo l'introduzione dell'ideatore del festival Marco Meacci, intervistato da Andrea Scanzi e da Mattia Cialini, il protagonista del primo evento di giornata è stato Davide Moscardelli, bomber dell'Arezzo che quest'anno ha scritto una pagina “epica” in Serie C. Dopo i ripetuti e nebulosi cambi di proprietà, il fallimento a marzo e le continue panalizzazioni, per la squadra amaranto pareva non ci fossero chance. E invece, trovato un acquirente per la nuova la società, la squadra – sostenuta dai tifosi – ha conquistato una storica salvezza sul campo. Moscardelli ha rivissuto con gli occhi lucidi quei momenti: “Un'emozione incredibile, arrivata a 38 anni. La più bella della mia carriera. Potevo andare al Pisa a metà stagione, non l'ho fatto. Avrei preso più soldi. Ma sono il capitano, mi sono sentito in dovere di rimanere”. Nato in Belgio per caso (“Mio padre era in missione lì”), è stato vicino alla convocazione con la nazionale dei Diavoli Rossi. Ed è stato anche prossimo al trasferimento in Russia, al Rubin Kazan. Gli avrebbero fatto ponti d'oro. “Ma io volevo la serie A”. E la massima serie italiana è arrivata, anche se a 30 anni. Quando ne aveva 20, era ancora in Eccellenza. “E' andata così, ma io non ho rimpianti. Sono felice di avere giocato in A, anche se per poco”. E poi i social, dove il Mosca è seguitissimo, dimostrando di godere di un affetto trasversale. E la barba “senza quella, mio figlio non mi riconoscerebbe”. Quindi il futuro: “Mi vedo commentatore tecnico”. Ma ancora non è tempo di appendere gli scarpini: “Mi sento bene. Continerò. Dove? Spero qui, mi sono incontrato con la società. Ma è una decisione che bisogna prendere in due e fare il bene dell'Arezzo”. Poi è entrato in scena Gene Gnocchi, conduttore tv, comico, scrittore. Prima, mettendosi ad ascoltare l'intervista di Moscagol e intervenendo dal pubblico per un simpatico siparietto. Poi, salendo sul palco. Autore dell'irriverente Rompipallone sulla copertina della Gazzetta dello Sport è stato, in questa stagione, apprezzatissimo “disturbatore” nel talk show politico di Giovanni Floris Dimartedì su La7. “Credo che lo rifarò anche nella prossima stagione. Quest'anno la trasmissione è andata molto, molto bene. Poi si vedrà, bisogna trovare la formula giusta per non essere ripetitivi”, ha detto di fronte alle centinaia di persone che hanno affollato l'arena dell'Eden. Intervistato da Scanzi, Gnocchi ha riporcorso le tappe della sua carriera. Dagli esordi come calciatore promettente in Serie C (ma un infortunio lo ha costretto a ritirarsi giovanissimo) ai primi passi nel mondo della tv e dello spettacolo. I successi di Mai dire e di quelli che il calcio, la satira, i rapporti con i colleghi, con i calciatori e con i politici. “Oggi – ha detto sorridendo – non manca il materiale su cui far satira”. E poi una raffica di battute: sull'attualità, sul mondo della televisione, sulla politica. Al termine il pubblico ha tributato a Gene un lunghissimo applauso.

L'Arezzo Passioni Festival è sostenuto da Atlantide Adv, Chimet, Estra, Italpreziosi, Atlantide Adv, Sabot, Ingram, Tft, Sabot. La kermesse è inoltre in collaborazione con la Tenuta Sette Ponti, Crispino Idrocalor, La Feltrinelli Point, il ristorante La Pieve, l’Hotel Vogue e gode del patrocinio della Regione Toscana.

IL PROGRAMMA DI OGGI

SABATO 16 GIUGNO

Ore 18,30 – “Il signor Diavolo” Chiusura della kermesse all'insegna del grande cinema: incontro con il pluripremiato regista Pupi Avati, icona del Cinema italiano

Ore 21 - “L’arcano incantatore”. Proiezione del film thriller di Pupi Avanti del 1996.

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