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Di corsa per 24 ore di fila: la storia di Francesca, campionessa di ultramaratone

E' una storia di sport e amore. Una storia fatta di chilometri macinati di corsa, fatica, sudore ma anche di medaglie. E' la storia di Francesca Innocenti, 35enne aretina che si è scoperta una vera e propria campionessa delle ultramaratone. E che...

E' una storia di sport e amore. Una storia fatta di chilometri macinati di corsa, fatica, sudore ma anche di medaglie. E' la storia di Francesca Innocenti, 35enne aretina che si è scoperta una vera e propria campionessa delle ultramaratone. E che tra una gara e l'altra ha incontrato anche l'amore.

"Ho iniziato a gareggiare nel 2011 - racconta Francesca - fino ad allora avevo corso sempre nelle strade di Castiglion Fibocchi, semplicemente per il piacere di farlo, senza nemmeno un cronometro o un contachilometri. Poi mi sono iscritta all'Atletica Sestini e ho affrontato le prime gare locali". Non avrebbe mai immaginato che nel giro di un lustro si sarebbe cimentata, ottenendo grandi risultati, in gare da 150 chilometri, competizioni che richiedono di correre 24 ore di fila, senza nemmeno dormire. "Le ultramaratone ho iniziato a correrle nel 2015 - racconta - anche se già da prima me ne sono interessata. Proprio nel 2012, in occasione della ultramaratona Pistoia Abetone ho conosciuto il mio fidanzato". Da allora Francesco e Marcello, che vive nel nord Italia, si allenano insieme ogni volta che possono. Ogni volta che trascorrono un fine settimana insieme.

"La cosa bella di queste competizioni - spiega Francesca - è che durante la gara si riesce a parlare e conoscere i concorrenti. Alla fine si stringono amicizie e si conoscono un sacco di persone".

Divertimento, passione e un palmares da invidia: "Ho vinto la 6 ore di Lavello nel dicembre 2015 - racconta la campionessa aretina - e a settembre sono diventata campionessa italiana IUTA nella 6 ore in pista a San Giovanni Lupatoto. Nello scorso week-end ho corso la 24 ore internazionale di Montecarlo, gara prevista all'interno della manifestazione di beneficienza No Finish Line, e ho vinto la gara femminile con il risultato di 180,036 km, classificandomi inoltre sesta assoluta". Una esperienza unica quella di Francesca, che comporta grande fatica:"Nelle ultra maratone di solito si parte con uno zaino con tanto di rifornimenti. A Montecarlo eravamo organizzati bene: c'era un gazebo per i rifornimenti degli atleti italiani. Parmigiano, mandorle e frutta secca, e tutti gli alimenti che noi atleti ritenevamo più idonei. I momento più difficile è arrivato di notte. Verso le 23, dopo una giornata di corsa, il sonno ha iniziato a farsi sentire. Mi ha aiutato la musica: fortunatamente in queste competizioni si possono utilizzare le cuffiette. Poi ho fatto due micro sonni: meno di cinque minuti l'uno, perché altrimenti ripartire sarebbe stato impossibile". Adesso Francesca si sta preparando per il mondiale di Belfast. Con un nuovo sogno nel cassetto: "Entrare in nazionale".

E pensare che nel 2011, alla sua prima gara, si ritirò prima di concludere un percorso di 7 chilometri.

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