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Difetti, ingenuità e una sconfitta crudele. L'Arezzo sull'altalena della serie C

Gli amaranto hanno perso al 97' contro il Pineto e continuano ad alternare prestazioni e risultati in un campionato molto equilibrato. Indiani ha diverse cose da correggere, anche se la classifica dice che c'è chi sta peggio

CHE POLLI - Angolo a favore, respinta, contropiede, gol. L'Arezzo perde al 97' nel modo più cruento, per la negligenza di non commettere un falletto che avrebbe chiuso azione e partita. Oltretutto, gli amaranto si erano ritrovati tre contro due grazie alla corsa all'indietro di Gucci, Iori e Bianchi, dopo che Coccia era rimasto a terra per lo scontro con Baggi. Il 2-1 del Pineto ammanta di bruttezza una prestazione che era stata generosa, volitiva, sterile nel secondo tempo, un po' confusionaria, ma che aveva prodotto qualcosa di buono. Il guaio è che la montagna, fin dall'inizio del campionato, partorisce spesso un topolino. E non è guaio da poco.

IL KARMA - Il rigore fallito da Guccione sullo 0-0 è un episodio dirimente quanto il rosso scampato da Evangelisti per il fallo in area su Pattarello e l'esitazione di Iori che ha concesso a Volpicelli il lob decisivo in zona Cesarini. Contro il Gubbio, quindici giorni fa, l'Arezzo vinse di misura sfruttando un penalty fallito dagli avversari, poi ridotti in nove, e un gol in extremis. Ieri è successo l'esatto contrario. Evidentemente doveva andare a quel modo.

FINALE DA BRIVIDO - In generale la coperta si sta dimostrando corta: l'Arezzo segna poco in rapporto alla mole di gioco che sviluppa (6 gol nelle ultime 7 giornate) e un golletto lo becca sempre (15 su 21, oltretutto, nell'ultima mezz'ora di gara, un dettaglio inquietante). Per non dire delle palle inattive: fruttano le briciole quelle a favore (3 gol su 15 da piazzato), sono quasi una sentenza quelle a sfavore. La Carrarese pareggiò grazie a un piazzato, il Cesena la mise al sicuro con un corner, la Vis Pesaro l'ha pareggiata su punizione e il Pineto l'ha sbloccata da una palla ferma davanti alla panchina di Indiani (cit). Qualcosa bisogna fare.

arezzo pineto

EPISODI - Eppure la squadra, che con un inedito 4312 si era destreggiata con padronanza e che galleggia ancora sopra la zona rossa della classifica, aveva fatto meglio del Pineto sotto molti aspetti. Per avere conferma che il calcio è strano, basta scorrere le ultime tre gare: malino con il Gubbio (3 punti), luci e ombre a Pesaro (un punto ma potevano essere 3), benino con il Pineto (0 punti). L'Arezzo resta un'altalena dentro un campionato che è altalenante di suo. Ogni volta può finire in cento modi diversi.

QUADRATURA - Il rombo a centrocampo è un esperimento che si può riproporre. Il centravanti di turno, con una spalla più vicina, ne trae giovamento, anche perché Pattarello sa fare la seconda punta con profitto. Guccione ha l'estro e le linee di passaggio del trequartista (vedasi l'assist per il rigore), mentre le corsie laterali possono essere sfruttate da due terzini di gamba come ce ne sono in rosa. Va trovata una quadratura generale, fermo restando che centimetri e stazza fisica per mettere il pullman davanti alla porta, o ce l'hai o non ce l'hai.

EQUILIBRIO - Che sarebbe stata una stagione dura si sapeva. Che il campionato era livellato verso l'alto pure. Ci sarà da soffrire fino a maggio probabilmente, arriveranno altre sconfitte da mangiarsi le mani, ci sta che arrivi pure qualche buon risultato. La squadra ha dei difetti ma è viva, paga l'inesperienza ma quasi sempre combatte. A gennaio dovrà essere aggiustata, com'era nelle previsioni. L'importante è che non si perda d'occhio la via maestra della programmazione, senza affidarsi alle reazioni di pancia. Giusto tenere le antenne dritte ma in questo girone c'è chi sta peggio.

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