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Pattarello trascinatore, quel minuto fatale e qualche rimpianto. Ma l'Arezzo è a buon punto

Gli amaranto hanno sfiorato la vittoria a Pesaro, raggiunti proprio al 90' in una serata con luci e ombre. La vittoria avrebbe fatto felici i 150 tifosi in trasferta, anche se la squadra occupa comunque la decima posizione di classifica

ZONA CESARINI - Il pareggio è giusto ma una boccata d'amaro c'è. Dopo il gol di Pattarello, migliore in campo in senso assoluto, la Vis era andata in crisi, perdendo fiducia e geometrie. L'Arezzo stava controllando agevolmente, senza rischiare, anche se è mancato il cinismo per sferrare il colpo del ko. E' una delle pecche della serata, unitamente a un primo tempo impacciato, giocato senza costruire nemmeno una palla gol e concedendone un paio per due disattenzioni di Masetti. Una volta tanto, nel post intervallo si è vista una squadra migliore rispetto al pre.

UNDER E OVER - Sei giovani nell'undici titolare, guardando le cose in profondità, in questo momento sembrano troppi. Più che questione tecnica e/o tattica, è proprio caratteriale, di personalità. Certi crocevia della stagione richiedono anche pelo sullo stomaco e non è un caso che la prestazione più convincente dell'ultimo periodo, sotto tutti gli aspetti, sia arrivata con la Spal, quando Indiani aveva disegnato una formazione più esperta. Maneggiare il bilancino con efficacia non è semplice, però la sensazione è che ad alcuni ragazzi, ora come ora, non si faccia un favore continuando a gettarli nella mischia. Invece che sotto pressione, un periodo sotto traccia potrebbe essere salutare.

MINUTI CHE PAGANO - Va da sé che, stando a quello che ha dichiarato più volte il dg Giovannini, il minutaggio non è un diktat imposto dalla società ma una libera scelta dell'allenatore, che in effetti non ha mai fatto troppa distinzione tra under e over nemmeno l'anno scorso. Il che da una parte è sinonimo di meritocrazia assoluta ma dall'altra rischia di privare la squadra della giusta dose di malizia e capacità di leggere le partite. Magari tra qualche mese, quando il percorso di crescita si sarà consolidato, buttare dentro sei giovani in contemporanea pagherà più di oggi. In termini tecnici, s'intende.

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10 - A Pesaro si è vista una delle migliori prestazioni di Pattarello. Quest'anno lo score personale conta 2 gol, 2 assist e un rigore procurato, con un'incisività nella fase offensiva che lo rende quasi un insostituibile. A Pesaro, come quasi sempre, lo hanno randellato in due o tre alternativamente, senza riuscire a limitarlo. Marcare Pattarello, quando è in serata ma anche quando lo è a metà, è come darsi il martello sulle dita, perché ha fisico per tenere botta, muscolarità, velocità, tecnica. Il gol è un concentrato di qualità fin dallo stop orientato a pochi centimetri dal fallo laterale. E la cosa buona è che il numero 10, a 24 anni, ha margini di progresso ancora molto ampi.

NOTE LIETE - Da qualche settimana sta venendo fuori Guccione, uno che sa giocare a calcio. Montini, inutilizzato fino agli ultimi minuti della gara con la Spal, ne he fatte tre di fila da titolare e, dettaglio non da poco, è andato in crescendo. Coccia, sia detto con tutte le cautele del caso, ha una qualità di cross che ricorda Pasqual. Crisafi mette nell'agone una combattività tutta argentina: ieri aveva la mascherina per proteggere il naso fratturato ma ciò non gli ha impedito di buttarsi a capofitto su ogni pallone.

PALLE FERME - Sono 7 (su 19) i gol subìti dall'Arezzo su palla inattiva. Alcuni sono nati in modo casuale (Cherubin a Rimini, il tiro di Contini dell'Olbia deviato) ma in generale traspare una certa sofferenza sui calci da fermo, cominciata con la capocciata di Di Gennaro della Carrarese e transitata dall'altro colpo di testa di Ciofi del Cesena, fino a quello di Sylla di ieri. A testimoniare quella che potrebbe essere una carenza di centimetri e fisicità, c'è anche l'altro lato della questione: gli amaranto su corner o punizione laterale hanno segnato una volta sola (Gucci a Pescara). E' un dato che, considerando l'importanza dei piazzati nel calcio di oggi, va migliorato.

IL PUNTO - In ogni caso, mettendo tutto nel calderone, l'1-1 di Pesaro rispecchia quel che si è visto in campo. Peccato perché le vicende degli ultimi giorni relative al divieto di trasferta per i tifosi, poi annullato, avrebbero meritato un epilogo più dolce, in cui i 150 presenti al "Benelli" hanno sperato fino all'ultimo. E comunque il punto fuori casa, come diceva qualcuno, non è mai da buttare. 

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