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Meteore amaranto | Liendo, il primo boliviano nella storia del Cavallino

Una sola presenza in maglia amaranto in Coppa per il centrocampista boliviano

La stagione 2002/2003 negli annali amaranto è di quelle che più nere non si può, quasi al pari di quei campionati segnati dai fallimenti. Certo, dai disastri economici e sportivi poi il Cavallino ha saputo risollevarsi scrivendo e raggiungendo traguardi impensabili nel bel mezzo delle acque agitate. Così fu anche nel 2003 visto quello che accadde all'Arezzo di Mario Somma.

Oggi però l'attenzione si concentra tutta sulla rosa dell'anno precedente, quella 2002/2003, la squadra che chiuse all'ultimo posto retrocedendo senza alcun appello. Una formazione che venne guidata da Beruatto, poi Rumignani, quindi di nuovo Beruatto, per passare a Fiorucci e Florimbi. Quattro allenatori in poco più di dieci mesi e addirittura 34 giocatori scesi in campo. Tra i pochi a salvarsi in quella stagione i vari Pasqual, Testini (autore di 9 gol), Passiglia e Vendrame. A dir poco deludente lo score di due attaccanti come Aglietti e Pinamonte che chiusero rispettviamente con zero e 4 gol il proprio torneo.

Fu la stagione delle meteore come ricorda anche Raffaello Emiliani nel libro 'Amaranto siamo noi'. Da Giampietro a Bussi, da Paco Soares a Babatunde per non parlare di Nalati. Una menzione a parte la merita però il boliviano Luis Liendo Asbun.

Classe 1978, Liendo è in realtà originario di La Serena, in Cile ma è in possesso del doppio passaporto. A soli 19 anni la firma con il Boca Juniors senza però mai esordire. A 21 anni dopo essersi messo evidenza con il Bolivar e nel 2000 sbarca in Europa sponda Real Madrid. No, non è uno scherzo. Liendo gioca nella squadra B per sei mesi prima di tornare in patria in un club che ricorda più una società di terza serie scozzese che non un club boliviano dal nome (The Strongest). E' qui che il suo destino si tinge di amaranto.

Prendendo per buono il racconto di Calciosudamericano l'Arezzo decise di tesserare quel centrocampista boliviano, seguito anche dall'Ascoli, addirittura senza averlo mai visto all'opera. Più che una scommessa fu un autentico affare al buio. Liendo fatica ad integrarsi e il tourbillon di allenatori non aiuta certo a capire meglio il calcio italico. A fine stagione conta solo una presenza in amaranto. Il 5 marzo disputa infatti i 90' del ritorno dei quarti di finale contro L'Aquila (0-0) con il passaggio del turno del Cavallino. Poi nulla più.

Ma se sul rettangolo verde il suo apporto non è da primo della classe, Liendo lo è stato tra i banchi dell'università. Il boliviano infatti seppur giocando in Italia tra Spezia e Novara è riuscito a laurearsi in farmacia. Nel 2006 è tornato in patria e salvo una breve parentesi negli USA, ha giocato fino al 2014 conquistando anche una Copa Aerosur, torneo per le formazioni del sud della Bolivia.

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