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Calcio Via Antonio Gramsci

La Cava: "Giusto non giocare i playoff. Il futuro? Finché potrò farò il bene dell'Arezzo"

Dalla rinuncia agli spareggi al futuro dell'Arezzo passando per la cassa integrazione e i contratti dei calciatori. Parla il presidente

Sono passate poco più di 48 ore dalla dead line imposta dalla Lega Pro che ha sancito l’esclusione dell’Arezzo dai playoff. Gli amaranto con largo anticipo avevano comunicato il loro no. Una scelta che rifarei ancora oggi spiega Giorgio La Cava, che torna a parlare sia della rinuncia che del futuro del club di viale Gramsci dopo due giorni a dir poco impegnativi sul fronte lavorativo.

"E' un periodo in cui c’è una montagna di cose da fare - spiega il presidente - sto cercando di mettere insieme i cocci causati dal virus. Speriamo davvero che la situazione migliori, che non ci sia una seconda ondata e che venga trovato un vaccino".

A distanza di pochi giorni è sempre dell’idea che sia stato rinunciare ai playoff?

"E’ stata la scelta più saggia - risponde il presidente - più ci penso e più ne sono convinto. Se una squadra fosse stata seconda o terza lo avrei capito lo sforzo di partecipare ai playoff. Una-due partite e sei lì a un passo dalla B. Ma noi partivamo più indietro. Non dimentichiamoci poi la responsabilità dei club nei confronti dei giocatori e dei dipendenti se avessero contratto il Coronavirus e poi l’aspetto economico. Giocare anche una sola partita vale tanti, troppi soldi, e senza la possibilità di avere delle entrate".

Chissà se il protocollo cambierà da qui a settembre.

"E' quello che mi chiedo anche io. Se resta così vi immaginate dover avere un medico sempre a disposizione della squadra h24? Due pullman per le trasferte e tutta una serie di procedure che rischiano, come minimo, di far raddoppiare i costi di una categoria che non naviga certo nell'oro".

Con i giocatori ha parlato? Sono iniziati i colloqui con chi non accedere alla cassa integrazione?

"Diciamo di sì, anche se quella lettera ha frenato un po' le cose. Comunque speriamo di poter superare tutto e trovare una soluzione. Tra l’altro la cassa integrazione potrebbe coprire quasi diciotto settimane anziché nove, esattamente il doppio. Stiamo a vedere".

La mancata partecipazione ai playoff ha messo in preallarme i tifosi: l’Arezzo il prossimo anno si iscriverà al campionato?

"E’ una domanda che arriva ciclicamente, come quando in prossimità di ogni scadenza vengono fuori interrogativi se pagheremo in tempo, ormai ci ho fatto il callo - sottolinea La Cava - voglio essere onesto. La pandemia, gli ultimi due-tre mesi, hanno cambiato il mondo, le nostre vite e tanti aspetti economici creando delle difficoltà. Figuratevi un settore come quello turistico in cui opero io. In questi due anni ho sempre mantenuto fede agli impegni presi, magari sono stati commessi degli errori, ma ho sempre cercato di operare per il bene dell’Arezzo. Ho intrapreso questa avventura per passione e non per interessi. Fino a quando potrò mi impegnerò affinché tutto vada per il meglio, non voglio fare brutte figure".

Quanto c’è di vero dietro alla voci su trattative in corse per una cessione o l’ingresso di soci?

"Nel mondo del calcio si avvicinano tutti, magari anche solo per dare risalto al proprio nome dicendo che stanno trattando una società - commenta La Cava - è una bugia dire che non si avvicina nessuno, ma poi vanno capite le intenzioni e non dimentichiamoci i paletti della Lega nei confronti di chi vuole acquistare che deve avere tutte le garanzie del caso. Tanti si avvicinano e poi fanno un passo indietro. Fare calcio in serie C significa lacrime e sangue, chi entra deve avere coraggio".

Al momento quindi non c’è nulla di concreto?

"Esatto, al momento è così".

A questo punto quali sono i prossimi passi?

"I colloqui con i giocatori per risolvere il nodo contratti, poi la cassa integrazione, e dopo parleremo delle scadenze, dell’iscrizione che è stata fissata per il 23 agosto e tutto il resto".

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