L'Arezzo si scopre fragile fuori casa. Pochi punti e pochi gol lontano dal Comunale

AREZZO A SETTEMBRE - Analizzando tutto, il Gubbio si è confermato più avanti rispetto all'Arezzo. Lo dimostra la classifica, lo dice il rendimento interno (15 gare, 8 vittorie, 7 pareggi, 6 gol incassati), lo dice anche l'atteggiamento del primo tempo: agonismo, aggressività, gioco verticale. Perdere lì ci sta e non è un dramma per una squadra che sta ancora completando il suo percorso e che, nell'ultima mezz'ora, è cresciuta di tono sfiorando il pari. Diciamo che se quello di ieri era un esame, l'Arezzo è stato rimandato a settembre. Quando, per l'appunto, comincerà una stagione nuova.

MAL DI TRASFERTA - La squadra nel girone di ritorno è complessivamente cresciuta come prestazioni e nel rendimento dei giovani, tant'è che ha un punto in più rispetto all'andata. I numeri però dicono che, a parte la doppietta iniziale contro Rimini e Carrarese (unica dell'anno), ha vinto solo 2 delle 9 partite successive, entrambe in casa, contro Recanatese e Ancona. Soprattutto, sta facendo una fatica boia in trasferta: 0-1 a Olbia, 1-1 a Pontedera, 0-1 a Cesena, 0-0 a Ferrara, 0-2 a Gubbio. Sono 5 partite che hanno fruttato 2 punti con appena un gol segnato. Il fattore campo incide, il valore degli avversari pure, una certa difficoltà a cambiare passo anche.

SCELTE ESTREME - Poi dentro la partita ci sono gli episodi (compresa la "grazia" per Morelli che meritava il rosso, primo episodio di una lunga serie che, per onestà, comprende altri due rossi mancati per Bianchi e Damiani). E ci sta il rimpianto per aver messo mano al turn over iniziale in maniera troppo massiccia, con l'Arezzo che ha cambiato faccia dopo le sostituzioni. Inserire forze fresche è comprensibile, stravolgere tutto non paga. Lo dice il campo: nei turni infrasettimanali l'Arezzo ha fatto 1-1 con l'Olbia in casa (9 cambi rispetto alla gara precedente), ha perso 3-0 ad Ancona (4 cambi), 1-0 a Cesena (8 cambi), 2-0 a Gubbio (8 cambi). Il calcio non è una scienza esatta e la riprova non c'è. Però, considerando la qualità dei rossoblu, l'importanza della gara in caso di risultato positivo, lo stato di forma di alcuni giocatori (Chiosa, Damiani, Mawuli, Gaddini), si poteva scegliere diversamente.

L'ONDA DI GADDINI - Curioso il destino di Gaddini, uno dei giovani con i progressi più ampi mostrati in questi mesi. Ha fatto gol alla Torres e la partita dopo era in panca. Ha fatto gol al Pescara e la partita dopo era in panca. Ha fatto gol all'Ancona e ieri sera era in panca. Un attaccante che segna va in fiducia e poi gol chiama gol. Indiani quest'onda non l'ha voluta cavalcare.

4231 E 433 - Due cose sul modulo. L'Arezzo ha cominciato l'anno con il 433, eredità della passata stagione, per poi virare sul 4231, soprattutto per assecondare l'estro di Guccione che può esprimersi compiutamente in posizione centrale piuttosto che defilato in fascia. La mossa ha dato buoni frutti e Settembrini ha spesso occupato la corsia sinistra, interpretando il ruolo a suo modo: allargandosi e stringendo da dinamico podista qual è. A volte l'esperimento è andato bene ma ripeterlo sistematicamente rischia di scompaginare il quadro. Settembrini non è un esterno puro e Catanese, a giudicare dalle prime uscite, non è proprio un sottopunta. Il 433, in certe serate, sarebbe di nuovo la soluzione più efficace.

DUE VITTORIE DA FARE - Detto ciò, quel che succede quest'anno è tutta esperienza per il prossimo campionato. Per ora la forza di restare stabilmente dentro i playoff la squadra non ce l'ha. E forse è anche fisiologico sia così. Ma la possibilità di finire bene la stagione ce l'ha eccome. E deve sfruttarla.