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L'Arezzo vede l'obiettivo e punta più in alto. Guccione trascinatore

Gli amaranto hanno raggiunto i 41 punti in classifica, con la salvezza a un passo. Il fantasista a quota 8 gol, sempre più fulcro della squadra. La gestione del dg Giovannini sta portando risultati in campo e fuori

CI SIAMO QUASI - A sette giornate dalla fine del campionato, l'Arezzo è virtualmente salvo. 19 punti di vantaggio sul penultimo posto sono una forbice amplissima, 11 sul terz'ultimo anche. Non è ammesso sbracare ovviamente, né chiudere la stagione in ciabatte. Ma il percorso della squadra mette al riparo da un epilogo del genere: se è vero che due vittorie di fila sono arrivate una volta sola, è vero pure che due sconfitte consecutive si sono registrate solo tre volte. Gli amaranto hanno camminato adagio ma con costanza e adesso vedono il primo obiettivo a un tiro di schioppo. Per il secondo, cioè i playoff, si stanno attrezzando.

IN LINEA CON LE PREVISIONI - Squadra neopromossa, 14 debuttanti in rosa, alcuni infortuni di lunga durata (Coccia, Polvani, Renzi), qualche equivoco di mercato (Kozak). Gli ostacoli non sono mancati eppure l'Arezzo non è mai scivolato nelle ultime cinque posizioni, tenendole sempre a distanza di sicurezza. Una medaglia al petto non da poco, un risultato niente affatto scontato e che invece è sembrato il più banale del mondo. Bene da una parte, perché vuol dire che intorno c'era fiducia, meno bene da un'altra, perché si tende a sottovalutare un dettaglio. E cioè che in un campionato così, per ritrovarsi al posto della Spal, dell'Ancona o della Vis Pesaro sarebbe bastato un attimo. Non è successo, vuol dire che si è lavorato con senno.

IL DIRETTORE - L'arrivo di Paolo Giovannini ha cambiato il corso della storia recente. Il primo anno era complicato, perché bisognava resettare, ricostruire e vincere subito. Ed è successo. Il secondo lo era ancora di più, perché c'era da assorbire il salto di categoria, valorizzare i giovani, fare risultati e mettere le basi per la prossima stagione. E sta succedendo pure questo. Il tutto senza budget faraonici, senza esoneri, senza perdere mai il bandolo della matassa. Il direttore ha esperienza, occhio lungo ma soprattutto la capacità di assorbire, smussare, rasserenare. In una parola: gestire. Qualche acquisto lo sbagliano tutti, l'importante è non sbagliare strategie e mete da raggiungere. E Giovannini, fino a oggi, è inappuntabile.

COMUNALE BUNKER - Tornando a ieri. Venti minuti di sofferenza finale non ne cancellano settanta di predominio marcato, con una qualità di gioco superiore agli avversari e alcune azioni manovrate di ottima fattura, ispirate da un Guccione tornato a esprimersi su standard elevati. L'Arezzo ha vinto meritatamente, confermando un trend che ormai è consolidato: terzo successo di fila in casa, quinta vittoria nelle ultime otto gare interne con appena 4 gol concessi (l'ultimo su azione risalente addirittura al 3 dicembre). Al Comunale la squadra ha cambiato passo, conquistando 25 dei suoi 41 punti totali che, a 7 turni dalla fine, rappresentano un bel bottino. Di qui ad aprile c'è da ospitare Fermana, Juventus Next Gen, Torres e Sestri Levante. Con modestia, senza esagerare, ma si può combinare qualcosa di buono.

4231 E 433 - Indiani ieri ha detto una cosa importante. E cioè che l'impennata del rendimento interno, sul piano tattico e tecnico, c'è stata con il cambio del sistema di gioco. L'Arezzo è sbocciato quando ha abbandonato il 433 per il 4231, acquistando scioltezza in fase offensiva e abbattendo il numero dei gol al passivo. In effetti, specie quando Guccione tira fuori conigli dal cilindro, la manovra sgorga con continuità e qualità. E' pur vero che per questo modulo, che esalta le caratteristiche di Damiani, Mawuli, Pattarello e Gaddini, mancano ricambi tra i rifinitori. Catanese e Settembrini devono adattarsi in zone di campo poco congeniali, con le conseguenze che sappiamo. Alla fine giocare 4231 in casa e 433 in trasferta potrebbe risolvere il problema.

AL POTERE LA FANTASIA - Guccione merita qualche parola in più. In doppia cifra tra i professionisti c'è andato una volta sola in carriera (15 gol a Mantova tre anni fa), adesso ne ha già messi dentro 8. Trequartista vero, sta togliendo la polvere da un ruolo che da noi non attecchiva da anni. Erpen e Cutolo erano seconde punte più che rifinitori, Grossi non combinò granché, Serrotti faceva la mezz'ala d'incursione. E così si deve tornare al caro, vecchio Tremolada, luce per gli occhi della gente nell'annata 2015/16. Perché il calcio, alla fine, è dei fantasisti.

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