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Arezzo e Olmo Ponte, parte la scuola calcio. L'obiettivo di Fabiano: ''Recuperiamo l'allegria''

Arezzo e Olmo Ponte a braccetto per gestire la scuola calcio. L'accordo tra le due società segna un punto di svolta a livello giovanile e chiude, almeno per un triennio, l'epoca dei rapporti di cattivo vicinato: se c'è un giovane bravo in questo...

Arezzo e Olmo Ponte a braccetto per gestire la scuola calcio. L'accordo tra le due società segna un punto di svolta a livello giovanile e chiude, almeno per un triennio, l'epoca dei rapporti di cattivo vicinato: se c'è un giovane bravo in questo territorio, è giusto che indossi la maglia amaranto e da lì parta il suo percorso verso il calcio professionistico. Non come accadeva negli anni scorsi, quando l'Arezzo e i club della provincia si guardavano in cagnesco o andavano avanti nell'indifferenza reciproca.

Adesso lo stallo sembra superato. A gestire la scuola calcio sarà Fabiano Rodrigues Lima, per tutti Fabiano e basta, 39enne brasiliano che ad Arezzo giocò per pochi mesi nel 2006. Erano i tempi della serie B, di Gustinetti allenatore e di Ermanno Pieroni architetto del mercato. Dodici anni dopo, proprio Pieroni si è ricordato di quel terzino, nel frattempo diventato allenatore, e gli ha affidato la supervisione del progetto "primi passi": i ragazzi utilizzeranno gli impianti e le strutture sportive dell'Olmo Ponte e scenderanno in campo con le maglie amaranto, che avranno sul petto gli stemmi di entrambe le società.

''Ho fatto il secondo in Portogallo e in Brasile. Poi sono tornato in Italia e ho concluso il corso per allenare le giovanili due settimane fa - ci ha detto Fabiano. In settimana c'è il raduno della prima squadra di Dal Canto, poi toccherà anche a noi. Ho voglia di mettermi al lavoro: a me piace cercare e scoprire talenti. I ragazzini più piccoli bisogna capirli da un punto di vista tecnico e psicologico, è importante osservare come si evolve la settimana sul campo e cogliere i segnali che mandano. Mi piacerebbe recuperare l'allegria: guardo i giovani allenarsi e non li vedo felici, spensierati. Troppo spesso sono incollati a smartphone e pc, invece dovrebbero giocare di più. Il calcio è una cosa bella. Ad Arezzo mi piacerebbe portare soprattutto il sorriso''.

(foto AtleticoParanaense.com)

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