L'esperienza erasmus ai tempi del coronavirus. Prospettive di un aretino nell'Isola di Cipro
Riceviamo e pubblichiamo la storia di uno studente aretino che sta vivendo questo momento a Nicosia, capitale di Cipro, dove si trova per l'erasmus.
"Mi chiamo Francesco Andrea Rossi, sono nato e cresciuto ad Arezzo, studente di scienze politiche, e in questo momento sto continuando la mia esperienza erasmus a Nicosia, capitale di Cipro. Il coronavirus è arrivato anche qua, al momento contiamo 214 casi, e vorrei condividere come ho vissuto questo cambiamento come unico studente aretino tra gli studenti erasmus italiani presenti nell'isola. Cipro è stata l'ultima nazione dell'Unione Europea ad essere contagiata dal virus, arrivato qua il 9 marzo, successivamente l'oms ha dichiarato lo status di pandemia globale. Vorrei puntualizzare sulla divisione dell'isola, importante poiché Nicosia è l'ultima città del mondo divisa da un muro. Nella parte sud si parla greco mentre al nord si parla turco. Casa mia dista a pochi minuti dal confine. Prima dell'arrivo del virus nella parte greca, dove risiedo, il virus è arrivato nella parte turca da alcuni turisti tedeschi. Subito il governo greco cipriota ha provveduto con la chiusura del confine. Per noi studenti è stato scioccante, visto che l'attraversamento del check point era quotidiano, e chiuderli vuol dire ritornare al 1974, anno di occupazione della parte nord dalla Turchia. Appena sono stati annunciati i primi due casi, scuole e università hanno chiuso. C'è stato il panico tra gli studenti erasmus, italiani e non solo, visto che qua veniamo da tutta Europa, anche se principalmente da Francia, Spagna, Germania e ovviamente dalla Grecia, e molti studenti hanno preso il volo per tornare ai rispettivi paesi. Il 22 marzo il governo cipriota ha annunciato la chiusura degli aeroporti e lo stato di quarantena fino al 13 aprile. Al momento possiamo uscire con autocertificazione e sms, per attività all'aperto e per andare al supermercato. Noi erasmus ci siamo ritrovati soli in un'emergenza globale in un paese straniero, inizialmente non è stato facile, ma ci siamo supportati l'uno con l'altro e abbiamo capito cosa vuol dire la solidarietà tra i vari paesi del mondo. Vorrei ringraziare anche i professori greci della mia università, l'università di Cipro, che durante le lezioni online si sono sempre informati sulla salute nostra e delle nostre famiglie, specie agli studenti italiani, visto che qua nell'isola siamo un bel po' a provenire dall'Italia, che al momento è tra i paesi più colpiti. Restando qua sento di aver fatto la scelta giusta, poiché visto che sono sull'isola dall'inizio di agosto, mi ha dato modo di sperimentare un qualcosa di diverso e di conoscere a fondo anche l'aspetto di solidarietà internazionale, ed è un qualcosa di indescrivibile, e mi piacerebbe condividere la mia esperienza con più persone possibili, e sperando che la situazione possa migliorare al più presto, portando sempre nel cuore Arezzo, Cipro e il mondo intorno a me".