Pendolari Arezzo-Roma AV
Buongiorno, Sono Pierfrancesco Bucciarelli, risiedo ad Arezzo e lavoro a Roma da quasi due anni, l’ultimo dei quali lo sto vivendo e affrontando da “pendolare dell’alta velocità” come mi piace definirmi. Vi scrivo perchè, da assiduo vostro lettore, so che spesso vi siete occupati del tema trasporti e viabilità con particolare riferimento alla figura mitologica dei "pendolari", e perchè ho la convinzione e speranza che possiate dare evidenza e spazio ad una questione piuttosto seria e delicata. Questione che, in tutta onestà e franchezza, credo non sia stata ben valutata e calibrata nel suo complesso, sia da un punto di vista meramente strategico sia, e qui sta il focus centrale, da un punto di vista dell’impatto che avrà sulla vita, reale, lavorativa delle persone, portando ,inoltre, come conseguenza, tutta una serie di eventi che definirli estremamente dannosi, non riuscirebbe ancora a rendere bene l’idea. Ma veniamo al dunque. Venerdì scorso, 24 maggio, sono venuto a conoscenza da molti dei miei colleghi “pendolari" dell’AV Arezzo-Roma che, a partire dal giorno 9 giugno,ci sarà una fermata in più sulla tratta, nello specifico la stazione di Chiusi-Chianciano Terme, che farà slittare l’arrivo a Roma Tiburtina dalle ore 8.24 alle ore 8.51 e a Roma Termini dalle ore 8.35 alle ore 8.58. Inizialmente credevo di aver letto male, del resto come si può pensare di aggiungere una fermata e posticipare l’arrivo a Roma di 25 minuti abbondanti, considerando che all’orario sopra citato va aggiunto anche il ritardo fisiologico a cui anche adesso siamo costretti, inermi, ogni giorno sia all’andata che al ritorno, con tutta la difficoltà che poi si incontra, una volta scesi dal treno, nel doversi spostare dentro Roma, città meravigliosa, ma al tempo stesso tremendamente complicata e dotata di una organizzazione pubblica dei trasporti non propriamente agevole???!! Ho provato a sciacquarmi più volte la faccia, ma gli orari sul sito di Trenitalia sono rimasti gli stessi, aggiungo purtroppo. Successivamente, ho letto una intervista dell'Assessore Ceccarelli che si ritiene molto soddisfatto di questo “risultato”, che appare come una conquista, una vittoria inseguita a lungo e da cui ci saranno risvolti positivi per tutti, ma, appunto, di pura apparenza si tratta. La mia domanda è se, al di là della questione che si è dato un collegamento anche alla zona della “toscana del sud” e tutti i discorsi connessi al soddisfacimento di un altro bacino di utenza (che per carità sono legittimi e probabilmente anche giusti) il Sig. Ceccarelli, nella sua qualità di Assessore alle infrastrutture per la mobilità, viabilità e trasporti si rende conto che in questo modo non è stato fatto il bene della collettività che rappresenta, al contrario questo accordo con Trenitalia è estremamente penalizzante e assolutamente sconveniente sotto qualsiasi aspetto lo si voglia guardare?? A questo punto, provo a fare un piccolo ragionamento senza presunzione alcuna, solo e semplicemente perchè credo che tra la teoria, gli interessi politici che spesso la fanno da padrona e la pratica, ci sia un abisso e che questo abisso non sia stato valutato per il suo reale impatto, che sarà deleterio per noi pendolari e non porterà vantaggio alcuno per chi vorrà usufruire della nuova fermata. L’appunto più banale, ma al tempo stesso più immediato, è che a Chianciano passa un treno Intercity alle ore 7.04 che arriva a Roma Termini alle ore 8.20. Di conseguenza, pur non lavorando come stratega di guerra, posso azzardare che chi fa il pendolare da Chiusi-Chianciano Terme per recarsi a lavorare a Roma, continuerà a prediligere questa soluzione, peraltro comoda, all’ipotesi di prendere un FR che costerà di più, ci metterà solo 10 minuti in meno (sempre sulla carta perché nella realtà dovrebbe entrare ed uscire più volte dalla linea dell’AV perdendo tutte le priorità sugli altri treni AV), e arriverà a Roma ad un orario assolutamente scomodo e inopportuno, dato che, come accennavo in precedenza, una volta scesi dal treno, poi c’è tutto il fantastico mondo dei trasporti locali di Roma per raggiungere il proprio posto di lavoro, a meno che non si lavori in piazza dei cinquecento, e allora qui alzo le mani anche io, ma si tratterebbe di casi veramente isolati, ad oggi credo inesistenti. In questo modo, oltre a penalizzare i pendolari che salgono ad Arezzo, e posso assicurare che siamo un numero importante, si penalizzano anche i pendolari fiorentini, e non si porta alcun beneficio a chi vorrà eventualmente salire nella nuova fermata, aumentando solo a dismisura il tempo di viaggio (che avrebbe a quel punto poco di alta velocità) e arrivando a Roma ad un orario che si può tranquillamente definire assurdo lavorativamente parlando. Ecco, probabilmente l'Assessore tutti questi ragionamenti, abbastanza intuitivi ed automatici a dire il vero, non li ha fatti, perché forse ogni giorno non fa avanti e indietro con il treno, non deve lottare nella giungla dei trasporti di Roma, non paga quasi 400 euro di abbonamento del treno per vedere poi sistematicamente disservizi che complicano tutto quanto ho appena elencato e non si vede "imposte" delle variazioni di orario assurde comunicate praticamente senza preavviso. In nome di chissà quali giochi di forza o ragionamenti di pura convenienza politica, ha deciso o ha contribuito ad una scelta che taglierà le gambe a molte persone, me compreso, che ogni giorno fanno un discreto sacrificio in nome della possibilità di poter lavorare e che con questa abile inutile scelta si troveranno a dover stravolgere negativamente la propria vita quotidiana, con tutte le implicazioni che ne possono derivare. Aggiungo e conludo, che il ruolo dell'Assessore è improntato al soddisfacimento degli interessi della collettività, ma questa scelta, comunicata senza un preavviso che possa definirsi decente o almeno congruo, non fa oggettivamente l’interesse di nessuno, al contrario si fa molta fatica a comprenderne la ratio, oltre al fatto che, e qui mi devo ripetere, porterà risvolti drammatici nella quotidianità di ognuno di noi pendolari. Grazie per l'attenzione. Cordialmente, Pierfrancesco Bucciarelli