Abbandono di rifiuti a Ruscello, il racconto di una cittadina
Riceviamo e pubblichiamo quanto raccontato dalla cittadina Giulia Valdambrini rispetto a quanto accadrebbe in località Ruscello in tema di abbandono di rifiuti e del suo impegno per rimuoverli. Un contributo elaborato con Marta Tommasini.
"Terribilmente di attualità sarebbe parlare dei cambiamenti climatici che stanno colpendo l’Italia: mentre il sud brucia devastato dagli incendi il nord combatte con piogge e grandinate da record. Ma di questo ne sentiamo parlare tanto e purtroppo come accade spesso ci abituiamo fin troppo facilmente a certe notizie scioccanti e nemmeno più rimaniamo colpiti emotivamente per le persone sono coinvolte. Post sui social cavalcano l’argomento di punta in cerca di like, consensi e punti che spesso sono legati al guadagno (che sia di immagine o monetario poco cambia). Greta Thunberg ormai è diventato un personaggio da citare per atteggiarsi ad attivisti che combattono i poteri forti per avere un futuro più vivibile e spingere verso un cambiamento che non è più opinabile, ma necessario.
In tutto questo quadro generale si configurano poi quei piccoli problemi che tutti noi potremmo evitare di generare, scongiurare per senso civico, per rispetto se non verso questo mondo, che vediamo sempre così lontano, almeno verso la nostra città o il nostro paese, verso la strada che percorriamo tutti i giorni per andare al lavoro o per uscire con i nostri amici. In tutto questo parlare di emissioni nell’atmosfera, c’è qualcosa che ogni cittadino può gestire: i rifiuti. La segnalazione che vorrei fare riguarda un paese alle porte di Arezzo, Ruscello, dove a due passi da una sagra frequentata da tantissime persone ogni anno c’è un rudere e lì vicino in un campo ci sono rifiuti di ogni sorta: dalle bottiglie di vetro fino ad arrivare addirittura ad un lampadario. Per senso civico appunto ci sono persone che, come ho fatto io oggi pomeriggio, impiegano parte del proprio tempo a fare lavori socialmente utili (non per scontare una condanna, ma con tutta la buona volontà a disposizione) ripulendo e raccogliendo i rifiuti altrui per rendere il paese dove vivo un posto più “green friendy” come si direbbe sui social.
Perché a dirla tutta quello che davvero mi indigna come persona è l’ipocrisia di tutti coloro che magari vanno in bici al lavoro per non inquinare, ma poi buttano lo sporco di casa propria in un terreno solo perché così è più facile, solo perché arrivare all’isola ecologica è troppo impegnativo. Quello che invece mi offende come cittadino è che dalle istituzioni piovono bei discorsi, con tanto di rimozione dei vecchi cassonetti per favorire la raccolta differenziata, che poi hanno come risultato finale quello di avere un servizio porta a porta a singhiozzo (con turni di ritiro completamente saltati ad esempio), ed in più la beffa di non avere più cassonetti per l’indifferenziata all’entrata del paese che quanto meno avrebbero forse scoraggiato qualche incivile.
Queste righe non vogliono essere né un mero sfogo polemico sui rifiuti o un modo per attirare attenzione e complimenti per la sottoscritta che si è adoperata a pulire lo sporco altrui, né un modo per avere consensi e like. Questa lettera vuole essere un mezzo per attirare l’attenzione sul problema dell’abbandono dei rifiuti urbani tramite social o riviste on line perché chi di dovere, dai comuni cittadini che dovrebbero evitare lo scempio dell’abbandono della propria spazzatura di casa, alle società come 6 Toscana, fino all’Ufficio Ambiente perchè trovino un modo per bonificare queste zone. Il decoro urbano non può riguardare solo le vie del centro storico di una città ma deve essere esteso anche alle zone appena fuori da Arezzo, perché i turisti magari visitando una sagra o una rievocazione storica non debbano avere l’impressione che le istituzioni non si occupino della campagna che tanto valorizzano nelle pubblicità, ma che poi, di fatto, abbandonano nei provvedimenti di tutti i giorni."