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L'inventore di Arezzo, lo scienziato Bonicioli

La 'bomba benefica', la macchina per scacciare il maltempo. Le idee dello scienziato più famoso dell'Arezzo degli anni '50

Il suo studio era una stanza nel centro storico di Arezzo, in via Mazzini al numero 41. Nel cuore di Colcitrone costruiva, inventava, progettava le sue idee Giorgio Eugenio Bonicioli, o come recitava il suo biglietto da visita 'Bonicioli scienziato Giorgio'. Di origini rumene, era figlio di un armatore triestino, si dice avesse ereditato dal padre la passione per la meccanica. Ad Arezzo arrivò nel dopoguerra, come ricorda anche il Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze). Era il 1948 e ad Arezzo incontrò una giovane chiromante che divenne ben presto anche lei un personaggio di quelli entrati nella storia aretina: Ivana Del Vita, meglio conosciuta come la 'maga Bonicioli'.

Lo scienziato Bonicioli, un ex capitano della marina mercantile romena, arrivato ad Arezzo iniziò a fare incetta di brevetti. Dalla pompa per gonfiare le ruote della bicicletta senza scendere di sella, alla macchinetta per tirare i punti molli, destinata ai sarti. Ma tra le invenzioni più 'importanti' c'è sicuramente la 'bomba benefica'. Una volta in cielo l'ordigno sarebbe esploso iniettando il siero dell'amore in tutti gli aretini. Chissà, magari allo scienziato l'idea era venuta conoscendo meglio lo spirito canzonatorio dei suoi concittadini, scontrosi e burloni allo stesso tempo verso quei prodigi della tecnica. Purtroppo però la questura non dette l'ok per far brillare l'ordigno.

Bonicioli tentò allora la strada della meteorologia. Costruì un apparecchio per il scacciare il maltempo. Si chiamava 'dissolvitore B.G. chimico elettromagnetico contro le alluvioni'. Teatro della presentazione fu la Fortezza. Erano presenti molti curiosi, ma soprattutto giornalisti e operatori TV che filmarono il tutto. Purtroppo però l'esperimento non andò a buon fine perchè, come spiegò Bonicioli, 'le nuvole da disintegrare erano giunte contro l’apparecchio trasversalmente e quindi in maniera sbagliata'.

Per un periodo della sua vita si concentrò sul campo degli armamenti. Ideò una 'bomba mitraglia', un altro ordigno che lanciato da un aereo oltre le linee nemiche, toccando terra, sarebbe esploso falcidiando uomini e case per vari chilometri. La Direzione Generale Armi e Munizioni presso il ministero dell’Aeronautica rispose alla lettera del Bonicioli che raccontò di aver ricevuto l'invito di presentarsi a Roma per illustrare il progetto, ma non se ne fece nulla. Provò allora a uscire dai confini italici. Spedì il progetto al Ministero della difesa inglese dal quale disse di aver ricevuto un finanziamento di un milione e mezzo. Ma anche questa strada presto si interruppe.

Lo scienziato si spense circa 40 anni fa. Alcuni aretini però non hanno certo dimenticato quel laboratorio in via Mazzini al numero 41 dove all'ingresso era stato affisso un cartello che recitava così:

"In nome della legge è proibito a qualsiasi persona di entrare nel laboratorio di Bonicioli scienziato Giorgio. Segreti militari. The Secretary Ministry of Supply Department of Atomic, London.
B.S.G."

Una sigla che indicava Bonicioli scienziato Giorgio, o come dicevano i maligni 'bevo solo grappa'.

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