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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mattarella e quel giorno in cui incontrò Santino, l'uomo che raccontò di Mineo e Rosadi

E' stato poi lo scorso 19 novembre che Santino Gallorini, durante la cerimonia inaugurale dell'assemblea nazionale di Anci, ha avuto modo di conoscere personalmente il capo dello Stato

"Finalmente ci conosciamo". Come due vecchi amici di penna, alla fine, Santino Gallorini e il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella si sono stretti la mano guardandosi dritto negli occhi.

Finale davvero unico per l'appassionato di storia locale nonché primo sostenitore della causa "Mineo-Rosadi", i due partigiani che riuscirono a salvare oltre duecento aretini da morte certa. La storia di quei giovani, ribattezzati gli eroi della Chiassa, è stata riscoperta e narrata da Santino che "constatando la coltre di oblio che aveva coperto il loro eroico atto", si è speso affinché le loro gesta venissero narrate di nuovo.

Un lavoro impegnativo che culminato con la concessione di una Medaglia al Valore alla Memoria di Mineo e Rosadi lo scorso 24 aprile su disposizione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Consegnate alle figlie di Mineo e Rosadi le medaglie al valor militare

E' stato poi lo scorso 19 novembre che Santino Gallorini, durante la cerimonia inaugurale dell'assemblea nazionale di Anci, ha avuto modo di conoscere personalmente il capo dello Stato. 

"Emozioni simili a quella credo di non averle mai provate - racconta - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che mi è venuto incontro sorridente, mi ha teso la mano dicendomi: “Finalmente ci conosciamo”. Mi ero preparato due frasi, tanto per non fare la figura del “sarto” dei Promessi Sposi, ma quando ho iniziato a ringraziarlo assieme al suo efficientissimo staff, per quanto fatto per arrivare a decorare con una Medaglia al Valor Militare gli Eroi della Chiassa, lui mi ha interrotto dicendomi: “Grazie a lei, che ha riscoperto questa bellissima storia e ce l'ha fatta conoscere”. E intanto mi stringeva la mano con entrambe le sue e mi fissava con uno sguardo dolce, sincero e grato. Io riprovavo a ringraziarlo dicendo: “Si, ma senza il suo interessamento …”. Altra interruzione: “Io ho fatto solo il mio dovere. È lei che ha fatto di tutto per arrivare a far conoscere Mineo e Rosadi”.

L'incontro tra Santino Gallorini e Sergio Mattarella

Ma come si è arrivati a questo incredibile incontro col Presidente Mattarella?

Tutto ha avuto origine dal fatto che dopo aver riscoperto la vicenda dei partigiani Giovan Battista Mineo e Giuseppe Rosadi, i quali nel giugno 1944 avevano salvato alla Chiassa oltre 200 ostaggi dalla fucilazione e ben quattro centri abitati dalla distruzione, constatando la coltre di oblio che aveva coperto il loro eroico atto, mi ero intestardito di porvi rimedio. Ho quindi operato su tre direttrici: pubblicare la loro storia e farla conoscere, far intitolare al comune di Arezzo un’area pubblica e far decorare con una medaglia alla memoria dei due eroi.

Per arrivare alla concessione di una Medaglia al Valore alla Memoria di Mineo e Rosadi, ho scritto al Presidente Napolitano e a due Ministri della Difesa, ma i risultati sono stati nulli. Subentrato Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, sono andato al Quirinale e gli ho lasciato un mio libro dedicato alla vicenda (Vite in cambio) ed una lettera dove gli chiedevo di aiutarmi per la concessione di un’onorificenza ai due giovani eroi. Poco tempo dopo mi arrivava un biglietto del Presidente, tutto scritto a mano, dove mi ringraziava per il libro. Mi sono stupito di questo modo di rispondermi, ma lo stupore aumentava circa un mese dopo, quando mi arrivava un altro biglietto, dove il Presidente mi ringraziava per avergli fatto conoscere la storia degli eroi della Chiassa e mi annunciava che si sarebbe occupato della mia richiesta. I giorni successivi venivo contattato da una collaboratrice del Presidente, che mi informava del fatto che il Presidente aveva chiesto alla sua segreteria di interessarsi alla mia richiesta. Sono seguiti più di tre anni di proficua collaborazione con il gabinetto del Presidente, che ha fatto un lavoro paziente e inenarrabile che ha condotto alla consegna della medaglia al valor militare alle figlie di Gianni Mineo e di Giuseppe Rosadi, lo scorso 24 aprile a Roma.

Ho scritto più volte al Presidente, raccontandogli anche del progetto del film sugli eroi della Chiassa, portato avanti dal regista Alberto Negrin e gli ho inviato i miei ultimi libri pubblicati. Mi ha sempre risposto con suoi biglietti vergati a mano, complimentandosi e facendo gli auguri per il film.

Poi, il 18 novembre la comunicazione del quirinale che mi avvisa del mio incontro col Presidente il giorno dopo. Quindi, nel primo pomeriggio del 19, la telefonata che mi lascia a bocca aperta. Al Presidente farebbe piacere conoscermi e stringermi la mano. Il resto, in parte l’ho raccontato sopra.

Non nascondo la mia emozione, unita a sorpresa e immensa soddisfazione, nel constatare che il Presidente della Repubblica di un paese con circa 60 milioni di persone, sa chi sei, apprezza quello che hai fatto e fai, vuole conoscerti e ti tratta quasi come se ti conoscesse da tempo, ti sommerge in un turbinio di sentimenti da levarti il fiato.

Una piccola luce in questo periodo piuttosto oscuro, dove constati che il Presidente della Repubblica si comporta con semplicità, cordialità e familiarità, come fosse il sindaco di un piccolo paese.

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