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26 giugno 1288 | La disfatta senese alle Giostre del Toppo

Dopo tre settimane di assedio da parte dei guelfi toscani Arezzo reagì all'offensiva cogliendo di sorpresa l'esercito senese. La storia della battaglia resa celebre anche da Dante Alighieri

La disfatta senese e le origini delle "Giostre del Toppo"

Ranuccio Farnese, insieme ad altri rampolli delle principali famiglie senesi, perse la vita. L'esercito allo sbando cercò riparo un po' ovunque ma da un lato c'era la palude, dall'altra parte le truppe aretine che si stringevano sempre più attorno ai nemici. I senesi in rotta si dispersero in gruppetti e così ebbe inizio la parte più cruenta della battaglia. Andò in scena una autentica caccia all'uomo e a dare man forte alle truppe aretine arrivarono anche i contadini del posto.
Armati di forconi e arnesi da lavoro massacrarono quanti trovarono sul loro cammino. Da qui il nome di "Giostre del Toppo". A fine giornata il campo di battaglia contava qualcosa come 500 morti, tutti di parte guelfa. Minime, se non addiruttura nulle, quelle di parte ghibellina.

La fama della battaglia

Se la vendetta aretina è diventata celebre è merito anche di Dante Alighieri. Nel XIII canto dell'Inferno tra gli scialacquatori è inserito Lano da Siena (forse Arcolano da Squarcia di Riccolfo Maconi), ucciso durante le Giostre del Toppo. Secondo la tradizione si tratterebbe di un personaggio tra i più illustri e ricchi di Siena che avrebbe sperperato la propria fortuna tra feste e orge.

«Quel dinanzi: “Or accorri, accorri, morte!”.
E l’altro, cui pareva tardar troppo,
gridava: “Lano, sì non furo accorte
le gambe tue a le giostre dal Toppo!”.»
(Inferno XIII, vv. 118-121)

Secondo una cronaca fiorentina del XIII secolo, in cui vengono ricordati i caduti delle Giostre del Toppo, Lano avrebbe cercato volontariamente la morte perchè ormai ridotto in miseria.

Il monumento e la lancia d'oro vinta da Porta del Foro

Oggi a Pieve al Toppo, nei pressi della rotonda che è al centro del paese, in una piccola area verde, è presente un monumento che ricorda quella battaglia che precedette di un anno la disfatta di Campaldino. A dire la verità il primo monumento fu una lapide commemorativa che gli abitanti di Pieve al Toppo posero nel 1921, poi distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1977 un cippo venne inaugurato all'interno della frazione dove oggi, a pochi passi, sorge quella terracotta che ricorda la battaglia.
Alle Giostre del Toppo venne dedicata anche una lancia d'oro. Per la precisione quella del 4 settembre 1988, 600 anni dopo la disfatta senese, vinta da Porta del Foro (16esima vittoria) con Mario Capacci e Paolo Parigi.

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