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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Il Canto degli Aretini, un pezzo di Arezzo dentro Firenze

A Firenze, in via di Ripoli all'incrocio con via Benedetto Accolti si trova il Canto degli Aretini. Un piccolo spazio verde verde sotto l’amministrazione diretta e giurisdizione del Comune di Arezzo

Il termine "canto" era utilizzato nella Firenze antica per indicare gli incroci tra due strade e gli angoli che si formavano. Una denominazione che prendeva spunto dalla parola greca "kanthos", angolo appunto.
A Firenze, in via di Ripoli all'incrocio con via Benedetto Accolti si trova il Canto degli Aretini. Si tratta di un piccolo spazio verde verde recintato da una ringhiera con una colonna posta al centro, sotto la quale c'è una lapide che spiega le origini e la storia di quei pochi metri quadrati che sono sotto l’amministrazione diretta e giurisdizione del Comune di Arezzo.

11 giugno 1288 | La battaglia di Campaldino

La battaglia di Campaldino

La storia del Canto degli Aretini si lega alla battaglia dell'11 giugno 1288 quando a Campaldino i ghibellini aretini vennero sconfitti dai guelfi fiorentini e dai loro alleati. Uno scontro in cui gli aretini persero un'intera classe dirigente, il vescovo Guglielmo degli Ubertini, Bonconte da Montefeltro, e che Dante ha ricordato nella Divina Commedia insieme al temporale che a fine giornata fece terminare la caccia all'uomo.
I fiorentini, come era usanza, trascinarono in catene a Firenze molti prigionieri, con l'intento di chiedere un riscatto. Tra questi non solo semplici cittadini, ma anche nobili e personaggi di spicco della città di Arezzo.
Alcune centinaia di aretini, le cui famiglie non poterono pagare il riscatto, morirono nelle prigioni fiorentine e i loro corpi vennero poi sepolti a lato di via Ripoli. I capitani fiorentini, secondo la storia che è stata tramandata fino ad oggi, acconsentirono alla sepoltura dei prigionieri in quel lembo di terra a patto che gli aretini sconfitti continuassero a prendersi cura di quel "canto" che da allora fa parte del comune di Arezzo.

La leggenda di Ippolita degli Azzi, la condottiera che riscattò Campaldino

La colonna e la cerimonia dell'11 giugno

Il Comune di Arezzo nel 1921 decise di porre in via di Ripoli la colonna che sorge ancora oggi. Sul piedistallo una palide riporta le parole di Isidoro del Lungo. "Sulla via lungo la quale l’oste/ Guelfa fiorentina moveva le insegne/ per andare in terra di nemici questo/ cosiddetto cantone di Arezzoche/ è del comune Ghibellino proprietà/ d’ignota secolare origine riceveva/ dal verso immortale del poeta combattente/ in Campaldino memoria degli infausti/ odii da città a città oggi/ nell’italiana concorde potenza/ aboliti per sempre".

Ogni anno l'11 giugno le amministrazioni comunali di Arezzo e Firenze posano una corona di fiori in ricordo di quei morti. Una cerimonia a cui prende parte anche l'associazione Signa Arretii.
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