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Mezzo di contrasto iniettato, ma la paziente torna a casa perché la Pet si inceppa. La lettera di Lucia Tanti

E oltre alla signora tornata a casa con il mezzo di contrasto inutilmente iniettato, ci sono altri casi di coloro che arrivano con le prenotazioni alla mano e poi devono tornare indietro. Sono malati oncologici e per loro questi esami sono vitali.

"Una donna è dovuta tornare a casa nonostante il mezzo di contrasto le fosse già stato iniettato, ma senza fare l'esame, perché la macchina si era inceppata". Un fatto assurdo, inconcepibile e inaccettabile, che però è accaduto all'ospedale di Arezzo nel reparto di medicina nucleare del San Donato. La segnalazione è arrivata all'assessore alla sanità Tanti e al Calcit che da tempo stanno monitorando quanto accade intorno ai malati oncologici di Arezzo.

E quanto accade non è affatto degno del nostro millennio.

“È arrivato il momento di coinvolgere il difensore civico regionale affinché valuti tutti gli aspetti in merito alla lentezza della vicenda. Una figura di garanzia che confido prenda atto di un fatto inaccettabile: perché è tale quando un malato di tumore viene rispedito a casa per l’impossibilità di effettuare i controlli necessari. E io sul diritto alla salute dei cittadini aretini non transigo."

L'assessore ha scritto una lettera al difensore civico regionale proprio mostrando il suo disappunto per una vicenda che risale a tempi "antichi":

"Il ritardo al quale mi riferisco, e per il quale avevo già lanciato l’allarme solo due settimane fa, è relativo all’acquisto da parte di Estar, il ‘braccio operativo’ della Regione Toscana per la gestione dei bandi e dei concorsi in ambito sanitario, di un macchinario aggiornato, fondamentale per le indagini sui tumori, utile a confermare la medicina nucleare di Arezzo quale reparto di eccellenza della sanità. Carattere che ha sempre avuto. Il primo macchinario è stato a suo tempo comprato dal Calcit, cioè dagli aretini per gli aretini."

La richiesta è partita 26 mesi fa, dopo che la macchina ha mostrato un trend di diminuzione del suo possibile utilizzo dovuto all'usura e al superamento tecnologico. Negli ultimi giorni sono state fatte ulteriori verifiche se Estar avesse provveduto a chiudere il bando per l'acquisto del macchinario, ma non è stato trovato nulla.

Oggi, tale strumentazione segna il passo, inevitabilmente, ma segna il passo soprattutto la burocrazia regionale, a cui non bastano più di due anni per indire una gara. Proprio in queste ore sto ricevendo testimonianze di malati oncologici, anche in situazioni molto critiche, che non possono ricevere le dovute prestazioni. Dinanzi a simili lamentele ho dunque interessato il difensore civico regionale, dal quel mi aspetto un segnale concreto. La lettera che ho scritto la ritengo dai toni pacati e di buon senso. Quelli che non mi sento di usare verso chi ha reso intollerabile la situazione”.

E oltre alla signora tornata a casa con il mezzo di contrasto inutilmente iniettato, ci sono altri casi di coloro che arrivano con le prenotazioni alla mano e poi devono tornare indietro. Sono malati oncologici e per loro questi esami sono vitali.

La macchina in questione si inceppa sempre più spesso ed ha un trend di utilizzo in continua discesa. Nel 2001 appena comprata dal Calcit, ebbe un balzo di utilizzo elevato, era la prima in Toscana di quel genere, poi l'uso si era stabilizzato su un buon ritmo di lavoro, da quattro o cinque anni i dati mostrano una decrescita nel numero di esami effettuati, perché la macchina si blocca sempre più spesso e perché i sanitari ne devono misurare l'utilizzo, visto che la sua sostituzione non appare all'orizzonte. Così il reparto perde di competitività.

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