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vecchia Banca Etruria - gli stipendi degli amministratori...

Da ieri è stata dichiarata l'insolvenza della vecchia Banca Etruria e ora si indaga per bancarotta. Negli ultimi tre giorni su Il Giornale sono comparsi articoli molto dettagliati sui vecchi amministratori più o meno coinvolti nella disgraziata...

Da ieri è stata dichiarata l'insolvenza della vecchia Banca Etruria e ora si indaga per bancarotta. Negli ultimi tre giorni su Il Giornale sono comparsi articoli molto dettagliati sui vecchi amministratori più o meno coinvolti nella disgraziata gestione dell'istituto durante gli anni che hanno preceduto il suo commissariamento. Al di là di qualche esagerazione (sopratutto nei titoli, quando si citano i "colpevoli" dimenticandosi il tanto amato garantismo) tipica della testata, il contenuto dei pezzi appare scritto da chi è piuttosto informato; di certo più di molti media locali, che non riportano certi dati, nemmeno riprendendoli dallo stesso quotidiano della famiglia Berlusconi.

Ma veniamo al contenuto dei pezzi firmati Fabrizio Boschi (evidentemente niente a che vedere con la famiglia del ministro). Oltre a citare diversi ex amministratori e i loro veri o presunti conflitti di interessi per via del contributo dato alla lievitazione dei crediti inesigibili (si fanno in particolare i nomi di Laura del Tongo e Natalino Giorgio Guerrini, ma si quantificano in 185.000.000 di euro i fidi, riconducibili ad amministratori, che hanno "fruttato" circa 90 milioni di sofferenze), Fabrizio Boschi iscrive alla lista degli "Schettino"di Banca Etruria, oltre ai soliti Fornasari, Rosi e Boschi senior, anche Anna Lapini, della quale nota "la fuga" dal CdA il giorno prima del commissariamento per approdare al ruolo di presidente di Confcommercio Toscana e poi anche a quello di membro della Giunta esecutiva di Confcommercio nazionale.

Ma l'articolo più significativo di Fabrizio Boschi è quello uscito appena ieri, nel quale il redattore del Giornale inserisce una tabella esemplificativa dei compensi percepiti da coloro che da "schettino" passa a chiamare "colpevoli", anche se a oggi tale definizione appare un tantino forzata. In quella tabella compaiono compensi certamente molto alti, esageratamente alti, sopratutto quando si sapeva da tempo dello stato pietoso dei conti dell'istituto di via Calamandrei.

L'ex presidente Giuseppe Fornasari, scrive Fabrizio Boschi, nel 2012 percepì la bellezza di 422800 euro a vario titolo (350 000 per cariche particolari, 40000 nelle vesti di membro del CdA, 20000 quale componente del Comitato Esecutivo, 7200 euro di gettoni di presenza al CdA e 5000 per quelli del Comitato Esecutivo). Accanto a lui, scrive sempre Fabrizio Boschi, il direttore generale Luca Bronchi percepiva una retribuzione fissa pari a 624.851 euro.

Di fronte ai rilievi mossi da parte di Banca d'Italia il CdA di Banca Etruria, sempre secondo quanto riporta Il Giornale, aveva deliberato una diminuzione dei compensi pari al 32,5% (ndr: chissà perché proprio il 32,5%), ma gli emolumenti erano poi rimasti gli stessi (!).

Il Giornale non risparmia nemmeno il passato remoto, infatti cita "la disinvoltura del massone Elio Faralli il quale ha fatto scuola ai successori. Il padre padrone di Banca Etruria per 29 anni, nel 2009 accettò di lasciare in cambio dell'azzeramento di tutti i suoi debiti personali, di un premio alla carriera di 1,3 milioni al di fuori del tfr e di 10 000 euro al mese per 5 anni" (ndr: in vita o meno che fosse).

Aggiungo io che tra i benefit concordati da Faralli in uscita risulterebbero figurare anche la carica di Presidente Onorario, un ufficio in sede e un'auto con autista a disposizione.

Qualcuno potrà obiettare che nel 2009 la situazione della banca era diversa, ma non doveva essere buonissima se Faralli venne fatto scendere dal trono anzitempo e contro la sua volontà. Ricordo ancora di qualche confidenza proveniente dai piani alti di allora, che parlava di conti allo sbando e di cambio della guardia necessario.

E' vero che di molte delle notizie riportate da il Giornale (che non sono soltanto quelle di cui ho dato nota in queste righe), tratte in buona parte dalla Relazione sulle Politiche di Remunerazione all'Assemblea dei soci di Banca Etruria del 27/28 aprile 2013, si aveva sentore da tempo in città, ma nessun mezzo di informazione locale le aveva messe nero su bianco se non molto parzialmente e senza troppa enfasi.

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