Sono nato nel 1959 quando già c'era la CEE (Comunità Economica Europea) e da otto anni esisteva la CECA (Comunità Economica del Carbone e dell'Acciaio). Sono cresciuto con l'idea che l'Europa sarebbe diventata un giorno la mia casa, la mia Nazione. Tutto questo perché, l'ho scoperto da grande, l'unione tra gli stati europei avrebbe permesso di avere un maggior peso politico-economico nel mondo e dei cittadini più evoluti.

La firma del trattato di Maastricht (1992) aveva rafforzato in molti la convinzione che il traguardo fosse più vicino.

Oggi sono spaesato, perché ho scoperto (in realtà da qualche tempo) che il sogno europeo tale era e sarebbe rimasto, e che ogni stato riunito nell'UE pensa solo a trarre vantaggi economico-finanziari da questa condizione. A livello dei governi non consideriamo (anzi la vediamo come una minaccia) la possibilità di cedere un po' di sovranità per il bene di tutti.

La vittoria della Brexit in Gran Bretagna innescherà altri referendum altrove e non può che ulteriormente indebolire il percorso verso l'Europa Unita.

Ci vorrà molto tempo per realizzare compiutamente l'operazione Brexit (basti pensare alla negoziazione dei nuovi rapporti tra UE e Gran Bretagna, nonché alla riscrittura di leggi e regolamenti d'oltremanica ispirati a quelli della UE) e può darsi che prima di completare il percorso della separazione, la disgregazione dell'Europa abbia compiuto altri passi importanti (altri stati al referendum, sfiducia crescente dei cittadini, maggiore debolezza sui mercati internazionali...).

E pensare che la Gran Bretagna aveva insistito per entrare nella CEE (ingresso poi avvenuto nel 1973), quando De Gaulle per accoglierla pretendeva che rinunciasse al COMMOWEALTH.

PS: Cameron ha voluto il referendum per rafforzare la propria posizione interna e oggi ha annunciato che se ne andrà. Chi ci ricorda? Chissà se a ottobre avremo la Renxit...