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Lavoro: dove andremo a finire?

Alla faccia della ripresa economica sbandierata dai governi Renzi e Gentiloni, le condizioni di lavoro dei dipendenti stanno paurosamente peggiorando. Dalle nostre parti le chiusure aziendali (innumerevoli e pesanti), le amministrazioni...

Alla faccia della ripresa economica sbandierata dai governi Renzi e Gentiloni, le condizioni di lavoro dei dipendenti stanno paurosamente peggiorando.

Dalle nostre parti le chiusure aziendali (innumerevoli e pesanti), le amministrazioni straordinarie, i tagli al personale e alle retribuzioni sono davvero preoccupanti.

Se il costo della presunta ripresa deve essere caricato in buona parte sulle spalle dei lavoratori dipendenti, allora qualcosa non torna.

Negli scorsi decenni si è spesso parlato della necessità di portare la Cina a livelli occidentali per quanto riguarda i diritti dei lavoratori, ma la sensazione è che si vada in direzione completamente opposta. Siamo noi che ci stiamo cinesizzando (rumenizzando, bulgarizzando ecc) in omaggio alla cosiddetta globalizzazione.

E allora c'è bisogno di recuperare il ruolo dell'Europa e del sindacato. L'Europa deve garantire la dignità del lavoro nel proprio territorio, il sindacato deve conquistarsi un ruolo vecchio e nuovo al contempo, per diventare capace di sostenere le esigenze civili dei precari, dei disoccupati di ritorno, degli schiavi a molte ore di lavoro e pochissimi diritti.

Di questo passo si rovina completamente un tessuto sociale e si affamano i più deboli, con la conseguenza di allargare sempre di più la forbice tra poveri e ricchi; l'anticamera del disordine sociale.

Il video di Enrica Cherici sulle aziende appaltatrici di Telecom (sul territorio aretino), la dice lunga sulla situazione che si va facendo realtà.

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