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Redazione

la questione della cessione delle fiere aretine dell'oro...

Da tempo il presidente della Camera di Commercio aretina Sereni andava predicando che ci sarebbe voluto un polo fieristico regionale perché le dimensioni di quello nostrano non erano sufficienti a concorrere con i giganti del centro nord. Non se...

Da tempo il presidente della Camera di Commercio aretina Sereni andava predicando che ci sarebbe voluto un polo fieristico regionale perché le dimensioni di quello nostrano non erano sufficienti a concorrere con i giganti del centro nord. Non se n'è fatto niente e oggi il tentennamento della regione sulla gestione delle fiere dell'oro al duo Vicenza-Rimini appare un passo illogico. A ben guardare, siccome si tratta di un settore specifico, la decisione finale spetta certamente proprio agli operatori del settore, prima che ai soci istituzionali. Non avrebbe senso, infatti, che questi ultimi si opponessero di fronte al plebiscito degli orafi aretini.

E così sarà. Anche la Regione alla fine dirà il suo sì, dopo aver provato, insieme al comune, a lasciare Sereni e Boldi soli nella responsabilità della decisione.

I problemi di Arezzo Fiere sono noti e provengono da due questioni centrali: la prima è quella che riguarda il debito milionario contratto con l'Impresa Salini per la realizzazione degli ultimi lavori in area Centro Affari e Congressi, la seconda è la mancata partecipazione del comune di Arezzo all'ultimo aumento di capitale e la sostanziale scomparsa della Provincia.

Le ultime uscite del sindaco Ghinelli, che ha denigrato apertamente la gestione del polo fieristico aretino, appaiono più frutto di questioni personali (è noto il rapporto difficile tra sindaco e vertici di camera di Commercio e Arezzo Fiere) che reali valutazioni dei fatti. L'attuale gestione viaggia in attivo nonostante importanti accantonamenti (circa 800 milioni) necessari a dare soddisfazione al credito di Salini. Boldi non ha certo responsabilità per quel che riguarda quel debito, che si è materializzato prima che lui arrivasse (a titolo gratuito) alla guida di Arezzo Fiere, e non ne ha nemmeno sulla mancata sottoscrizione dell'aumento di captale sociale da parte del comune (tra l'altro decisione che risale all'amministrazione precedente).

L'unica vera incognita di questa cessione, che permetterà ad Arezzo Fiere di incassare bei soldi e organizzare altro, è quella sul futuro delle fiere aretine. E' proprio sicuro che i due giganti continueranno a promuovere alla grande Oro Arezzo e Gold Italy? I contratti si sottoscrivono, ma non rispettarli è un attimo...

E' probabile, però, che almeno imprenditorialmente sia interesse degli acquirenti garantire un futuro roseo a queste due manifestazioni; e allora che tutto proceda, senza troppe polemiche, sopratutto se non riguardano il trasferimento in sé.

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la questione della cessione delle fiere aretine dell'oro...

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