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la democrazia diretta non può essere la soluzione

La corsa alla democrazia dal basso, quella diretta, probabilmente da noi è cominciata con la Lega Nord e le prime liste civiche. Il progetto di una società a gestione diretta da parte dei cittadini è stato poi raccolto ed elaborato dalla sinistra...

La corsa alla democrazia dal basso, quella diretta, probabilmente da noi è cominciata con la Lega Nord e le prime liste civiche. Il progetto di una società a gestione diretta da parte dei cittadini è stato poi raccolto ed elaborato dalla sinistra sinistra (radicale, come la chiama qualcuno), ma sopratutto dal Movimento 5 stelle, che ne ha fatto una nuova narrazione a uso dei delusi dalla politica dei partiti e dalla sua corrotta inefficacia.

Se la politica è il male, l'unica difesa da questo male è occuparsi in prima persona della cosa pubblica.

Parrebbe semplice, messa così, eppure le cose non sono semplici e le soluzioni ai problemi nemmeno. Ci si è dimenticati, consapevolmente, che i comuni cittadini possono essere facilmente informati su dove occorra un cassonetto dei rifiuti in più o una buca per strada in meno, ma quanto a progettualità e visione politica sono spesso a digiuno, o poco ci manca. Gli esempi si sprecano, partendo dai no agli inceneritori divenuti dei sì non appena si è avuta la responsabilità del governo (5Stelle a Parma) per arrivare al sindaco di Castiglion Fiorentino che propone la federazione delle liste civiche come se si potesse federare qualcosa che di per sé non è niente e non ha alcun progetto di società da proporre. Esistono liste civiche appoggiate da quel che resta dei partiti di sinistra, di destra o anche trasversali; ce ne sono di totalmente estranee ai partiti stessi. Si tratta di liste nate su esigenze locali o per superare l'odio dei cittadini nei confronti dei partiti organizzati, tradizionali.

Ha ragione chi ha risposto ad Agnelli (sindaco di Castiglion Fiorentino) facendogli notare che quello che si può federare (a livello locale) sono forse solo le liste appoggiate chiaramente da certi partiti, insieme ai partiti stessi ai quali hanno fatto da faccia presentabile.

Ma la direzione che stiamo intraprendendo attraverso le liste civiche, il Movimento 5Stelle o la Lega, non è una direzione realmente democratica.

La democrazia prevede la rappresentanza, non la partecipazione diretta. Non è un mistero per nessuno che la giustizia esercitata direttamente dal popolo porterebbe di nuovo alle ghigliottine in piazza. Non è un mistero per nessuno che l'impreparazione dei cittadini si possa risolvere in una qualsiasi Brexit, salvo poi non sapere come attuarla e avere la tentazione di rinunciarvi. Semplicemente non c'è strategia politica nella democrazia diretta, manca quel progetto di società cui tendere che un gruppo di persone non organizzate (o organizzato solo per la soluzione di problemi locali contingenti) non è in grado di partorire.

Ha certamente ragione Saviano quando parla di menzogne preparate e propinate ai cittadini da parte dei governanti; di narrazione ottimistica di una realtà divenuta invece insopportabile per molti; di una inaffidabilità totale del potere che fa solo propaganda, lasciando di fatto che le cose vadano come vanno, senza intervenire efficacemente.

Ma la democrazia, quello che si dice sia il modello migliore che abbiamo saputo partorire per garantire i diritti dei cittadini, può esistere solo se rappresentativa e affidata alle mani di chi può progettare e proporre soluzioni reali e praticabili, nel quadro di una società il più giusta ed equa possibile.

Ognuno di noi ha certo delle responsabilità, ma il quadro complessivo di una buona società non può prescindere dalla qualità del pensiero e dei pensatori che la progettano; e la traduzione in politica di questi pensieri non può non essere affidata a raggruppamenti di cittadini che possiamo chiamare partiti o in qualsiasi altro modo, ma che avranno in comune una linea politica.

Il fallimento della politica italiana (e non solo) è sotto gli occhi di tutti e la precarietà delle vite di molti connazionali anche, ma non si esce certo da questa condizione facendosi giustizia da soli.

Quel che possiamo fare da singoli cittadini è votare e fungere da controllori della politica, anziché da complici delle sue malefatte, salvo poi lamentarsene.

Possiamo pagare le tasse quando dovute e partecipare alla vita politica informandoci e chiedendo ragione delle scelte che non ci convincono; rifiutare la corruzione anziché praticare la concussione... Invece vedo intorno a me una gran quantità (non tutti) di cittadini poco civili e/o onesti che si lamentano del governo ladro.

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