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L'Opinione di Brunacci

L'Opinione di Brunacci

A cura di Gianni Brunacci

In ricordo di Piero

Stavolta il Piero di cui scrivo non è il Della Francesca, ma il Comanducci. Ci divideva quasi tutto; lui era politicamente di destra, io di sinistra; lui amava i rally e le automobili d'epoca mentre io ne apprezzo solo l'estetica; appartenevamo a...

Stavolta il Piero di cui scrivo non è il Della Francesca, ma il Comanducci. Ci divideva quasi tutto; lui era politicamente di destra, io di sinistra; lui amava i rally e le automobili d'epoca mentre io ne apprezzo solo l'estetica; appartenevamo a due generazioni diverse e ci frequentavamo poco. Nel corso degli anni le nostre esperienze professionali ci hanno anche portato a qualche screzio indiretto, ma non c'era stato bisogno di parlare quando ci aveva riuniti, in un batter d'ali, il decesso improvviso di un amico comune (il compianto Franco Paturzo) con il quale condividevamo lo stesso interesse, la stessa passione da grandi curiosi, lo stesso amore disinteressato per la nostra terra, quella dove eravamo nati e cresciuti.

Ci univa Arezzo e il suo territorio, tanto da mettere a sua disposizione tutta la nostra passione da dilettanti (spesso la più sana) in nome della quale ci rispettavamo e ci sentivamo quasi soci di un circolo ristretto di malati delle nostre radici.

Piero era sempre presente, con la sua telecamera (rimane un suo grande archivio soprattutto di immagini) e la sua grande curiosità, ovunque accadesse qualcosa di importante per Arezzo.

Addio Piero, e grazie per la sensibilità della quale sei stato capace; che la terra ti sia lieve.

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