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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Redazione

Facciamo in modo che il Saracino e le sue cene non siano anche barbarie

Un architetto che abita nel centro storico di Arezzo ha pubblicato un post su facebook che fa davvero pensare. la città ha spesso paura di lamentarsi, ma questo non deve essere scambiato per assenso. La Giostra porta ormai con sé troppi...

Un architetto che abita nel centro storico di Arezzo ha pubblicato un post su facebook che fa davvero pensare. la città ha spesso paura di lamentarsi, ma questo non deve essere scambiato per assenso. La Giostra porta ormai con sé troppi comportamenti incivili e le serate a lei dedicate sono diventate quelle di un'estate intera. Così l'esasperazione sale e sarà bene che le istituzioni ne tengano conto, prima che invece di una festa il Saracino diventi occasione di scontro, tra quartieri che giocano alla guerra, cittadini e imbecilli. Occorrono delle misure che mantengano la festa nei suoi confini, quelli di un torneo cavalleresco, chiamato così non solo per i cavalli che vi sono coinvolti. Di seguito riporto il testo dell'intervento.

Ma quale Saracino! Ma quali cene di Quartiere!

E’ mai possibile che questi appuntamenti si trasformino sempre in un qualcosa che niente a che vedere con la convivialità e la speranza di una vittoria? Il centro storico ogni volta, infatti, viene messo sotto scacco da orde di dementi ubriachi, che urlano, che vomitano, che pisciano in ogni dove, in un crescendo che di anno in anno non trova più limiti. E se se i limiti non vengono posti, di questi comportamenti divengono conniventi anche le autorità preposte a vigilare.

Quando ci sono queste manifestazioni, i controlli dovrebbero essere più stringenti, (soprattutto per la somministrazione dell’alcol) e gli orari “di chiusura” dovrebbero essere assolutamente fatti rispettare. In queste occasioni allora, prolunghiamo gli orari di servizio dei Vigili Urbani fino alla fine della “Festa” (è costoso per l’Amministrazione Comunale? Pazienza! I servizi per la cittadinanza non possono essere visti solo come numeri. Oppure, facciamolo gravare sulle casse dei Quartieri !), chiediamo più collaborazione alle forze dell’ordine, non consentiamo ad esercizi che di solito fanno altro ( fruttivendoli / alimentari) di improvvisarsi ristoratori e soprattutto mescite di vino, con musica a tutto volume e avventori in mezzo alla strada fino alle quattro del mattino. Ma non chiudiamo sempre gli occhi, limitandosi a reprimende verbali o scritte nei giornali, il giorno dopo! E’ l’imbarbarimento dei costumi, è la povertà culturale? Non sono un sociologo né uno studioso di comportamenti, ma la Città è di chi la vive, sempre e quotidianamente - anche quando non c’è il Saracino- con comportamenti civili e rispettosi, non di chi fa incursioni notturne per dileguarsi alle luci dell’alba.

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