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L'Opinione di Brunacci

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A cura di Gianni Brunacci

Daverio e l'archivio Vasari

Non c'è apparentemente legame alcuno tra Philippe Daverio e le carte del Vasari. Conosciamo l'Italo-francese come un critico d'arte e divulgatore popolare, di certo non come esperto di carteggi. Ma l'archivio Vasari è fatto di carte, lettere...

Non c'è apparentemente legame alcuno tra Philippe Daverio e le carte del Vasari. Conosciamo l'Italo-francese come un critico d'arte e divulgatore popolare, di certo non come esperto di carteggi. Ma l'archivio Vasari è fatto di carte, lettere, quindi vien da chiedersi perché il tribunale di Arezzo lo abbia individuato come perito super partes per stabilire il valore di quelle missive.

Ma anche i due esperti indicati precedentemente, entrambi ricusati dai Festari (proprietari) erano critici e storici dell'arte di valore. E allora cosa significa questo? Significa che in realtà non c'è nessuno, se non forse un antiquario con le controp...e, che possa stabilire il reale valore dell'archivio. O meglio, un modo per determinarlo ci sarebbe, ma dovrebbe essere il mercato a darcelo. Mettere all'asta quel materiale (cosa impossibile a farsi liberamente, dal momento che non si può spostare da dove si trova) ne determinerebbe il valore, salvo poi farlo finire nelle mani di chissà quale collezionista cinese o arabo.

Un critico d'arte può al massimo indicare il valore di un artista e sulla base di quello valutare i suoi manoscritti. Qui i protagonisti sono due, lo stesso Vasari e Michelangelo (amici e compagni di penna) e il loro valore, per meriti diversi, è notevole. Chissà se lo Stato ha visto bene a valutare il tutto un milione e mezzo di euro oppure se i Festari hanno ragione a dire che il prezzo giusto per l'esproprio è decine di milioni. Ci sta tutto, ma voglio azzardare una previsione: Daverio, che probabilmente non può avere mezzi per dare una risposta veramente attendibile (che in questi casi non sembra poter esistere) si terrà intorno ai cinque milioni di euro. Lo farà per non sbugiardare troppo lo Stato italiano e per garantirsi comunque un buon compenso. Dei Festari a lui, come a noi, non può fregare di meno, c'è da scommetterci.

Chi vivrà vedrà.

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