Arezzo
Arezzo, amata città, dolce come l'amore; lieve si spegne con gli ultimi rintocchi della Pieve il meriglio rosato del tramonto; e i monti, romantici, verdi, alti, che ti circondano, con te trepidano, e si fondono...
Arezzo, amata città,
dolce come l'amore;
lieve si spegne
con gli ultimi
rintocchi della Pieve
il meriglio rosato
del tramonto;
e i monti, romantici, verdi,
alti,
che ti circondano,
con te trepidano,
e si fondono nell'estremo
saluto della sera.
Immortali vivono i versi
dei tuoi poetici Numi,
universali le gesta
dei tuoi martiri;
ardono i cuori
dei tuoi figli diletti:
che sin dall'ombra del tempo,
sin dalla nascita del MONACO,
fin dalla morte del PETRARCA,
per te bruciano di oblio, AREZZO.
A differenza di quanto si potrebbe pensare, questa poesia è stata scritta da Angelo Vittorio Marino, un calabrese aretino solo d'adozione. Venne pubblicata nell'Antologia dei Poeti e Prosatori nell'Aretino del 1978.